L’utilizzo di farmaci antivirali specifici per l’Hiv e l’epatite B sembra correlato a una riduzione del rischio di insorgenza del diabete. Lo dimostra uno studio pubblicato su Nature Communications da un team della University of Virginia School of Medicine guidato da Jayakrishna Ambati, che spiega: «Gli inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (Nrti), farmaci approvati per il trattamento dell'Hiv-1 e dell'epatite B, bloccano anche l'attivazione dell'inflammasoma, un sistema di oligomeri multiproteici citosolici del sistema immunitario innato responsabili dell'attivazione delle risposte infiammatorie».
Per poterli utilizzare, gli scienziati hanno modificato gli Nrti sviluppando derivati non tossici che hanno ribattezzato kamuvudine.
«Chi assume gli Nrti deve convivere con l'Hiv, ma usarli nella popolazione generale è sconsigliabile a causa della tossicità a lungo termine. ...
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