Intervenire per disostruire le coronarie partendo dall'arteria radiale comporta una probabilità inferiore di complicanze emorragiche rispetto all'ingresso inguinale. È quanto dice uno studio pubblicato su Circulation dagli esperti dell'American Heart Association.
Dmitriy Feldman, cardiologo presso il Weill Cornell Medical College di New York e uno degli autori dello studio, spiega: “la procedura si chiama intervento coronarico percutaneo (Pci) oppure angioplastica coronarica e utilizza un catetere con un palloncino in punta per dilatare il lume interno dell'arteria cardiaca ostruita dalle placche aterosclerotiche, permettendo al sangue di tornare a fluire. Tradizionalmente, l'accesso femorale è più usato negli Stati Uniti, mentre l'approccio radiale è diffuso in Europa”.
A livello di complicazioni, le più comuni sono quelle emorragiche, dal momento che i pazienti sottoposti ad ...
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