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alla 1° pagina..) adottare un approccio personalizzato e olistico per supportare i pazienti, in particolare con un processo patologico cronico come l'insufficienza cardiaca".
I ricercatori si sono basati sui dati del Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis, studio prospettico su 6.800 adulti americani di età compresa tra 45 e 84 anni. Sono stati confrontati i tassi di sopravvivenza dei 94 partecipanti con insufficienza cardiaca, divisi per sesso e stato civile.
È emerso che gli uomini che non si erano mai sposati avevano più del doppio di probabilità di morire entro 5 anni rispetto alle donne e circa 2,2 volte in più rispetto agli uomini sposati. L’aspetto curioso è che gli uomini vedovi, separati o divorziati non mostravano comunque un rischio superiore, quasi come se il solo fatto di essere stati sposati svolgesse un ruolo protettivo anche dopo la fine della relazione.
Lo stato civile fra le donne non aveva invece alcun valore predittivo. Secondo i ricercatori, i motivi dietro questo nesso riguardano l’interazione sociale e l’isolamento, che possono svolgere un ruolo importante nell’umore e nella salute in generale. C’è anche da considerare l'accesso al supporto del caregiver per l'aiuto con il monitoraggio della salute domiciliare, l'aderenza ai farmaci e il trasporto agli appuntamenti medici.
Contano ovviamente anche le differenze in termini di comportamenti individuali come la dieta, l’esercizio fisico e l’assunzione di alcol, tutti aspetti in cui le donne hanno in genere un approccio migliore.
"Come medici, dobbiamo pensare ai nostri pazienti non solo in termini di fattori di rischio medico, ma anche al contesto della loro vita", conclude Leyba.
24/02/2023 Andrea Sperelli
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