(2° pagina) (Torna
alla 1° pagina..) di peso corporeo e grasso tra i partecipanti a un programma di perdita di peso comportamentale della durata di un anno".
Allo studio hanno partecipato 125 adulti con età media di 50 anni che soddisfacevano i criteri di sovrappeso o obesità. Le abitudini sul sonno sono state misurate all’inizio del programma, a 6 mesi e a 12 mesi grazie a questionari, un diario del sonno e letture di 7 giorni da un dispositivo indossato al polso che registrava il sonno, l'attività di veglia e il riposo.
I parametri utilizzati per valutare i partecipanti erano 6: regolarità; soddisfazione; vigilanza; tempismo; efficienza (la percentuale di tempo trascorso a letto quando si è effettivamente addormentati) e durata. Per ogni partecipante è stato poi calcolato un punteggio composito sulla salute del sonno compreso tra 0 e 6.
L'adesione al programma di perdita di peso è stata misurata dalla percentuale di sessioni di intervento frequentate; percentuale di giorni in cui ciascun partecipante ha mangiato tra l'85 e il 115 per cento delle calorie giornaliere raccomandate; e sulla durata giornaliera dell'attività fisica.
I volontari hanno ottenuto un punteggio medio sulla salute del sonno di 4,5 su 6. L’apporto calorico giornaliero è stato auto-riportato attraverso un’app per telefono, mentre l’attività fisica è stata ricavata dai dati di un accelerometro indossato in vita per una settimana all’inizio dello studio, a 6 e a 12 mesi.
È così emerso che una migliore salute del sonno era correlata a un tasso più elevato di partecipazione alle sessioni di intervento, all'aderenza agli obiettivi di apporto calorico e a un aumento del tempo dedicato allo svolgimento di attività fisica.
Anche una ricerca condotta dal Center for Obesity Research and Education (Core) della Temple University e pubblicata sulla rivista Pediatrics conferma il nesso fra il sonno e migliori possibilità di mantenere un peso ideale.
I pediatri americani hanno coinvolto in una sperimentazione un gruppo di bambini fra gli 8 e gli 11 anni per un totale di 3 settimane. Il 27 per cento era obeso o sovrappeso. Durante la prima settimana i bambini hanno dormito secondo le proprie abitudini, nella seconda di più e nell'ultima di meno.
Dai risultati è emerso che nella settimana in cui hanno dormito di più i bambini hanno perso mezzo chilo assumendo in media 134 calorie in meno ogni giorno.
Se non dormi, quindi, non dimagrisci. Gioacchino Mennuni, direttore del Centro di Medicina del sonno del Policlinico Gemelli di Roma, spiega: “ormai è scientificamente provato che la mancanza di sonno fa ingrassare: viene alterato il rapporto di due ormoni, la leptina e la grelina, aumentando il secondo a scapito del primo”. Proprio la grelina stimola l'appetito. “Ecco perché chi dorme meno mangia di più. E la cosa più grave è che chi è più grasso dorme peggio, rischia apnee notturne e insonnia. Quindi si entra in un circolo vizioso da cui è difficile uscire”.
A confermare le parole del prof. Mennuni sono peraltro numerose ricerche sull'argomento, una delle quali è apparsa sull'American Journal of Clinical Nutrition. Lo studio avverte che la perdita di sonno favorisce l'aumento di peso innanzitutto perché aumenta il senso di fame, ma anche perché rallenta il metabolismo e il consumo delle calorie introdotte.
Christian Benedetto della Uppsala University, in Svezia, commenta: “i nostri studi dimostrano che una notte di sonno perso riduce il consumo energetico, il che suggerisce che il sonno contribuisce al regolamento del consumo energetico negli esseri umani”. I giovani coinvolti nello studio, a cui è stato chiesto di rimanere svegli per una notte, mostravano un livello più alto di zucchero nel sangue, ma anche di cortisolo, l'ormone legato allo stress, e di altri ormoni connessi con il senso di fame.
Un altro studio pubblicato sull’International Journal of Obesity ha coinvolto un campione di quasi 500 pazienti di due strutture ospedaliere del network Kaiser Permanente (in Oregon e a Washington). In una prima fase dello studio è stato chiesto ai partecipanti di perdere 5 chili in 6 mesi, fornendogli una dieta da seguire e stabilendo incontri settimanali. In un secondo momento, sulle persone che avevano perso almeno 5 chili, è testata l’efficacia dell’agopressione nel mantenere il controllo del peso.
All’inizio dello studio, inoltre, a tutti i partecipanti è stato somministrato un questionario atto a rilevare la qualità del sonno e i livelli di stress nella vita di ciascuno. Analizzando i dati è apparso evidente che stress e insonnia erano buon predittori della perdita di peso. In particolare, i partecipanti con i più bassi livelli di stress e che avevano l'abitudine di dormire tra le sei e le otto ore per notte avevano maggiori probabilità di perdere almeno 5 chili: i tre quarti di essi infatti hanno avuto accesso alla seconda parte della ricerca, sono stati quindi quelli che hanno perso peso, una proporzione doppia rispetto al gruppo con i volontari più stressati e insonni.
“Lo studio suggerisce che quando le persone stanno tentando di perdere peso, dovrebbero tentare anche di dormire un numero congruo di ore e ridurre il loro livello di stress”, ha dichiarato il primo autore della ricerca, Charles Elder del Kaiser Permanente Center for Health Research di Portland, che ha poi aggiunto come un po' di esercizio fisico aiuti a ridurre lo stress e a dormire meglio.
Un altro recente studio - apparso sulla rivista specializzata Obesity - della ricercatrice Deanna Arble, che lavora per il Centro del sonno e della biologia circadiana della Northwestern University in Illinois, mette in luce dati interessanti. Analizzando topi da laboratorio, la dott.ssa Arble ha scoperto che una dieta ricca di grassi aumenta il peso in percentuali diverse a seconda dell’ora in cui vengono somministrati gli alimenti. Se durante gli orari diurni il peso sale del 20%, gli stessi alimenti proposti ai topi durante le ore notturne produce un aumento di peso pari quasi al 50%.
Altri studi hanno ricavato dati coerenti con lo studio della Arble, anche se relativi alla possibilità di sviluppare il diabete. Secondo una ricerca dell’Università di Chicago, le persone sane costrette a un ritmo di vita che prevede soltanto cinque ore di sonno al giorno perdono progressivamente la sensibilità al glucosio, il che le predispone appunto al diabete, oltre che all’obesità. Un’altra ricerca, stavolta canadese, ha individuato nel cattivo funzionamento della melatonina, l’ormone che regola il rapporto fra le fasi di sonno e di veglia, un aumento del 20 per cento del rischio di insorgenza della malattia.
Secondo la dott.ssa Arble, quindi, le prove di una profonda influenza dei ritmi circadiani – ovvero il ciclo dei processi fisiologici di un essere vivente nell’arco di 24 ore – sul metabolismo umano sono indubitabili: “tutti i principali elementi chiamati in causa nella regolazione del peso e dell’appetito sono influenzati dall’alternanza di sonno e veglia e hanno un andamento fluttuante nell’arco della giornata: il metabolismo dell’insulina, la funzionalità della leptina (l’ormone della sazietà), la regolazione della temperatura e molto altro. E questo significa che l’obesità può essere vista anche come una patologia derivante dalla perdita di armonia in questo delicato equilibrio”.
A questo punto, quali potrebbero essere le strategie per riequilibrare questo rapporto? Al momento, non esistono farmaci in grado di regolare meccanismi tanto complessi e i medici suggeriscono pertanto di mettere in atto terapie comportamentali mirate, in poche parole di riprendere le vecchie e sane abitudini di una volta.
La rivoluzione del tempo quotidiano indotta dalle nuove esigenze economiche che si sono presentate negli ultimi cento anni ha costretto il nostro organismo a far fronte a situazioni inedite. La mancanza del giusto riposo e la diminuzione complessiva delle ore di sonno sono andate di pari passo con l’aumento dei fenomeni di ipertensione, diabete, obesità, problemi cardiaci.
Costretti a ritmi esasperati, la qualità della nostra vita peggiora e il nostro organismo alla fine presenta il proprio conto. Se si vuole veramente dimagrire, quindi, occorrerà che ognuno di noi operi una piccola rivoluzione nei comportamenti.
Notizie specifiche su:
dimagrire,
sonno,
riposo,
07/03/2023 Andrea Piccoli
Puoi
fare una domanda agli specialisti del forum
e iscriverti alla newsletter,
riceverai le notizie più importanti. |