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alla 1° pagina..) sia da un punto di vista psicologico, attraverso l’utilizzo di alcuni test psicometrici (valutazione del grado di stress, esaurimento vitale, depressione e qualità di vita).
È risultato che il gruppo di pazienti trattato anche psicologicamente ha presentato una significativa minore incidenza di patologie mediche e di altri eventi cardiaci (angina, aritmie, reinfarto, stroke o morte). Tali differenze sono emerse anche per altri tipi di malattie.
Inoltre anche da un punto di vista umorale i due gruppi si sono comportati diversamente, quello trattato anche con la psicoterapia ha mostrato minore tendenza a deprimersi.
I dati riportati suggeriscono di introdurre nei protocolli attuali di terapia del soggetto post-infartuato un percorso di conoscenza personale, che sembra essere un valore aggiunto non solo per la prevenzione di ricadute infartuali e d’insorgenza di altre patologie mediche ma anche e soprattutto per garantire al paziente una migliore qualità di vita.
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Anna Saito
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