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alla 1° pagina..) accumbens, e che fa parte della cosiddetta amigdala estesa.
Grazie agli elettrodi i ricercatori hanno rilevato le oscillazioni elettriche generate dai neuroni, scoprendo che la musica classica produce i suoi effetti antidepressivi sincronizzando le oscillazioni neurali tra la corteccia uditiva, responsabile dell'elaborazione delle informazioni sensoriali, e il circuito della ricompensa, responsabile dell'elaborazione delle informazioni emotive.
I pazienti che apprezzavano di più la musica classica dimostravano anche una maggiore sincronizzazione neurale e beneficiavano di migliori effetti antidepressivi, mentre risultati peggiori erano associati ai pazienti meno appassionati.
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12/08/2024 Andrea Sperelli
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