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alla 1° pagina..) che apre le porte a tantissime possibilità future – ha spiegato Luana Piroli direttore generale e della raccolta di In Scientia Fides, l’unica banca di conservazione di staminali cordonali sul suolo italiano – se calcoliamo che in questo studio sono state utilizzate cellule del sangue, le quali sono state riprogrammate per una funzione generativa, facendole ‘ritornare bambine’, mentre per le staminali cordonali il processo sarebbe ancora più rapido in quanto si tratta di cellule già più giovani”. Lo studio ha preso in esame casi per i quali le lesioni alle cornee inducono addirittura la cecità, soprattutto quando le staminali che tengono vitale la cornea muoiono, portando a uno “spegnimento” della retina che arriva anche a causare la perdita della vista. “Fino ad oggi la soluzione è quella di prendere cornee da un donatore, con tutte le conseguenze del caso – ha proseguito Piroli – mentre grazie a questa ricerca è stato preliminarmente dimostrato come con queste staminali ringiovanite i pazienti hanno ripreso la vista. Un ottimo punto di partenza che dà maggiore valore alla conservazione delle cellule staminali da cordone ombelicale. In uno studio, in collaborazione con la Università Sapienza, abbiamo riprogrammato in laboratorio cellule da sangue cordonale e gli esiti sono risultati positivi”.
In conclusione, “la riprogrammazione potrebbe dare una ulteriore espansione (valore) dell’utilizzo delle staminali cordonali, questa ricerca di dice infatti che la riprogrammazione funziona, producendo cellule giovani senza utilizzarne di embrionali e quindi superando i vincoli dell’etica. Ad oggi i nostri campioni valgono di più – ha concluso Piroli – garantiamo ai genitori che decidono di conservare le cellule cordonali, già oggi utilizzabili per la cura di svariate patologie approvate dal Ministero della Salute, l’assicurazione di un patrimonio biologico che domani sarà ancora più utile e prezioso, addirittura anche in ambito familiare”.
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14/11/2024 Andrea Sperelli
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