(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) precoce a tempo limitato (iTRE), consentendo al gruppo iTRE di consumare il 30% del fabbisogno calorico di base nei giorni di digiuno, seguito da 20 ore di digiuno ogni tre giorni alla settimana.
Il gruppo della moderata restrizione calorica ha visto ridursi del 30% il fabbisogno calorico giornaliero di base senza seguire un orario specifico dei pasti.
I risultati mostrano che iTRE è superiore a CR nel migliorare la tolleranza al glucosio postprandiale negli adulti a maggior rischio di diabete.
Le persone che hanno digiunato 3 giorni alla settimana mangiando soltanto fra le 8 e le 12 in quei giorni hanno mostrato una maggiore tolleranza al glucosio dopo 6 mesi rispetto a chi seguiva una dieta a basso contenuto calorico. Il gruppo iTRE era anche più sensibile all’insulina, sperimentando inoltre una maggiore riduzione dei lipidi ematici rispetto alla dieta ipocalorica.
«Questi risultati indicano che l'orario dei pasti e i consigli sul digiuno estendono i benefici per la salute di una dieta ipocalorica, indipendentemente dalla perdita di peso. Servono comunque ulteriori ricerche per verificare se gli stessi benefici si riscontrano con una finestra alimentare leggermente più lunga, cosa che potrebbe rendere più sostenibile la dieta nel lungo periodo», conclude Teong.
Anche uno studio cinese è giunto a conclusioni simili. La ricerca, pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism da un team della Hunan Agricultural University di Changsha guidato da Dongbo Liu, dimostra che l’approccio dietetico ha la capacità di produrre una remissione del diabete di tipo 2.
«Negli ultimi anni le diete a digiuno intermittente sono diventate popolari come metodo efficace sia per perdere peso sia per aiutare a combattere l'infiammazione portando a una vita più lunga e più sana», spiega il ricercatore cinese, secondo cui l’approccio attiva il metabolismo lipidico e riduce il rischio di diabete e cardiopatie.
«Il diabete di tipo 2 non è necessariamente una malattia permanente, tanto che la remissione è possibile se i pazienti perdono peso modificando la dieta e incrementando l'esercizio fisico».
La sperimentazione ha applicato il regime dietetico a 36 persone affette da diabete di tipo 2 per 3 mesi. In quasi il 90% dei partecipanti – compresi quelli che assumevano ipoglicemizzanti o insulina – si è registrata una riduzione nell’assunzione dei farmaci, e nel 55% dei casi la malattia è andata completamente in remissione.
Alla fine dei 3 mesi e dopo altri 3 mesi di follow up, il 47,2% del gruppo di studio ha raggiunto la remissione del diabete a fronte del 2,8% dei controlli, mentre il calo ponderale è stato rispettivamente di 5,93 kg rispetto a 0,27 kg. E a distanza di un anno il 44,4% dei partecipanti era ancora in remissione, con livelli di HbA1c del 6,33%.
«Questi risultati non concordano con quanto si crede attualmente, ossia che la remissione possa essere raggiunta solo se il diabete dura da meno di 6 anni, dato che nel 65% dei partecipanti in remissione la malattia aveva una durata compresa tra 6 e 11 anni», sottolineano i ricercatori. Il digiuno intermittente ha ridotto anche del 77% i costi dei farmaci antidiabetici. «Il nostro studio dimostra che un digiuno intermittente può portare alla remissione del diabete di tipo 2, dato che potrebbe avere un impatto importante sugli oltre 537 milioni di diabetici nel mondo», conclude Liu.

Fonte: Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism 2022. Doi: 10.1210/clinem/dgac661
Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism

16/05/2023 Andrea Piccoli


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