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Si tratta di uno studio di associazione, quindi privo di un rapporto di causa-effetto, ma i risultati segnalano che il trattamento con antidepressivi può ridurre anche il rischio di fibrillazione atriale nel tempo.
Il prof. Fenger-Grøn commenta: “Se sei depresso, non c'è motivo di preoccuparsi che l'assunzione di un trattamento farmacologico possa causare la fibrillazione atriale”.
La ricerca è apparsa sullo European Journal of Preventive Cardiology.
A confermare i risultati è anche uno studio presentato nel corso delle Lifestyle e Cardiometabolic Health Scientific Sessions 2018 dell'American Heart Association's.
Stando ai risultati dei ricercatori della Keck School of Medicine della University of Southern California a Los Angeles, la depressione avrebbe l’effetto di aumentare il rischio di fibrillazione atriale.
La fibrillazione atriale si verifica quando le due camere superiori del cuore iniziano a vibrare in modo caotico, compromettendo la capacità di spingere il sangue nelle camere inferiori.
La possibile conseguenza è la formazione di coaguli e l’ictus. Allo studio hanno partecipato oltre 6.660 persone con un’età media di 62 anni privi di patologie cardiache.
Fra chi assumeva farmaci antidepressivi o aveva ottenuto il punteggio più alto nel test di screening per la depressione, si registrava un rischio del 30% superiore di sviluppare la fibrillazione atriale rispetto a chi invece mostrava un punteggio nella norma e non assumeva antidepressivi.
È presumibile che la depressione aumenti i livelli di infiammazione che interferiscono con la capacità del cuore di mantenere il ritmo.
"Il trattamento della depressione è importante per molte ragioni, inclusa la salute cardiovascolare", afferma Parveen Garg, coordinatore della ricerca. “Studi futuri dovranno verificare se il trattamento della depressione riduca il rischio di fibrillazione".
Anche uno studio dell’Università di Amburgo pubblicato su Plos One è giunto a conclusioni simili.
I ricercatori hanno utilizzato un test per la depressione con una scala di punteggio da 1 a 27, e hanno confrontato il punteggio ottenuto dalle persone con problemi al cuore con quello ottenuto dagli altri volontari.
In media, chi non mostrava problemi cardiaci ha realizzato un punteggio pari a 3, mentre quelle con fibrillazione atriale hanno fatto segnare in media un punto in più. Si tratta di una differenza non eccessiva in termini individuali, ma rapportata alla popolazione generale può rappresentare fonte di preoccupazione per i sanitari: “i cardiologi dovrebbero essere attenti e valutare possibili segni di depressione nei loro pazienti", hanno scritto gli autori della ricerca, sebbene non siano stati in grado di stabilire il rapporto di causa ed effetto fra le due patologie.
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20/11/2018 Andrea Sperelli
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