(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) sottoposto a questa dieta più di un centinaio di persone. Lo studio ne ha prese in considerazione 75 di entrambi i generi, e seguite per oltre 2 anni, un periodo medio eccezionalmente lungo per questo tipo di lavori. Abbiamo coinvolto pazienti con intestino irritabile, ma la dieta è consigliabile per tutti coloro che hanno problemi di pancia gonfia", spiega Corazziari.
La dieta si basa sull'individuazione degli alimenti FODMAP. La parola è un acronimo che significa Oligo e Monosaccaridi fermentabili e polioli, ovvero una serie di carboidrati a corta catena: lattosio, fruttosio, galattani e polialcoli ovvero sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo.
Questo nuovo tipo di dieta è stato adottato anche dall’ospedale San Giuseppe di Milano, presso il Centro di Endoscopia Digestiva del Gruppo MultiMedica, tra i primi in assoluto al mondo a utilizzare questo innovativo protocollo alimentare che dura dalle 6 alle 8 settimane. Nella prima fase si eliminano totalmente i cibi ricchi di FODMAP, vale a dire latte, yogurt, formaggi freschi e molli, alimenti a base di farina bianca e integrale, farine di legumi, ceci, lenticchie, fagioli, fave, cipolle, aglio, asparagi, carciofi, cavolfiori, verze, cicoria, funghi, radicchio. Soprattutto, proprio con l’arrivo dell’estate, va evitata, durante le prime settimane, frutta tipica di questa stagione come albicocche, anguria, ciliegie, fichi, nespole, pesche, prugne, oltre a frutta secca e pistacchi. Da evitare anche bevande tipo birra, caffè d’orzo, succhi e sciroppi, brodi già pronti e miele. Tutti questi cibi verranno reintegrati gradualmente al fine di capire quali e in quale quantità sono implicati nei disturbi prescritti.
“Basta con ricerche disperate del farmaco miracoloso, con qualsiasi tipo di test d’intolleranza alimentare di dubbia validità o con regimi alimentari assurdi che rischiano solo di causare gravi stati carenziali”, assicura la dottoressa Licia Colombo, specialista in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica del Gruppo MultiMedica, “Grazie alla FODMAP lo scenario delle soluzioni ai problemi legati al colon e all’intestino è cambiato – prosegue la dottoressa – questi carboidrati possono essere poco assorbiti nel piccolo intestino e rapidamente fermentati dai batteri nell’ileo e nel colon. I sintomi sono dovuti alla distensione dell’intestino sia attraverso un alto volume di liquidi trattenuti per il processo di osmosi, sia a un aumento della produzione dei gas. Questo processo è il primo vero responsabile di tale sintomatologia: dolore addominale, meteorismo, aumento del gas intestinale, distensione addominale, alterata disfunzione della motilità addominale che si manifesta con diarrea e stipsi”.
I più colpiti? Soprattutto le donne di età tra i 40-50 anni con un lavoro spesso stressante e di responsabilità. La creazione di questo protocollo dietetico FODMAP risale al 2010, quando i dottori Susan Shepherd e Peter Gibson, del dipartimento di medicina della Monash University di Melbourne, attraverso le loro ricerche, individuarono su alcuni loro pazienti che grazie a un’alimentazione povera dei cosiddetti alimenti FODMAP diminuivano i sintomi da gonfiore e distensione addominale.
“Secondo la teoria dei FODMAP, limitando tali alimenti, si riducono i sintomi almeno nei tre quarti dei pazienti”, rivela la dott.ssa Colombo. Chissà se questa innovativa formula australiana garantirà davvero la fine di questi fastidiosi disturbi? Ora che arriva l’estate, vale la pena provare, ricordando però, come ci avvisa la specialista della MultiMedica, che “si tratta di un protocollo medico, quindi va assolutamente evitato il ‘fai da te’. In caso di disturbi è bene rivolgersi a un gastroenterologo per la diagnosi e a un dietologo per la prescrizione di una dieta accurata”.
Nella sperimentazione condotta dai medici australiani sono stati coinvolti 30 pazienti colpiti da sindrome del colon irritabile e 8 soggetti sani che hanno fatto da gruppo di controllo. Per tre settimane i volontari hanno seguito una dieta a basso contenuto di FODMAP, per poi passare a una dieta normale della stessa durata. I ricercatori valutavano i vari problemi gastrointestinali attraverso una scala che prevedeva l'attribuzione di un punteggio da 0 a 100.
Stando ai risultati, con la dieta a basso contenuto di FODMAP i disturbi apparivano significativamente inferiori con punte del 50 per cento in meno già a partire dalla seconda settimana di dieta. Nel gruppo di controllo, invece, le due diete non hanno generato esiti diversi.
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Notizie specifiche su: colite, colon, FODMAP, 16/04/2019 Andrea Sperelli


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