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alla 1° pagina..) palliative non è mai stato oggetto di studi in seno alla società scientifica e costituisce un esempio di approccio corretto alle terapie di supporto psico-sociale per alleviare lo stress dei pazienti e migliorare la loro qualità della vita, messa a dura prova da frequenti trattamenti medici invasivi e da eventuali ricoveri prolungati.
È risaputo, infatti, che la musicoterapia può essere utilizzata per il trattamento e la prevenzione di vari sintomi somatici e psicologici dei piccoli pazienti e che sempre più spesso viene somministrata loro unitamente alle loro famiglie, quantunque a causa dello scoppio della pandemia da COVID-19 i reparti di oncologia pediatrica degli ospedali italiani siano stati costretti ad adottare misure restrittive per ridurre al minimo il rischio di infezioni intraospedaliere nei pazienti fragili e nel personale.
“Credo che la musica sia importante nella vita di tutti noi – dichiara il Dott. Giordano - e che sapere come sfruttare al meglio e in maniera corretta il suo potenziale terapeutico nei pazienti in cura e nei malati in genere possa essere un argomento di largo interesse e di attenzione generale”.
Di nuovo c’è che, sebbene la maggior parte dei centri AIEOP non abbia eliminato del tutto gli interventi di musicoterapia a causa del COVID – in molti casi sono state preferite sessioni individuali anziché di gruppo -, limitarne l’utilizzo è una scelta da non prendere a cuor leggero poiché tale strumento può aiutare i bambini e, ancor più, gli adolescenti nella loro lotta contro il cancro.
In tutto il mondo si stima che ogni anno ci saranno più di 400.000 casi di cancro infantile di cui, nello specifico, in Italia - vista l'incidenza riportata di 170 casi su 1 milione di bambini - circa 7.000 bambini e 4.000 adolescenti affetti da tumore in un arco di tempo di 5 anni. In tal senso, la musicoterapia rappresenta una buona pratica che richiede comunicazione e collaborazione tra musicoterapeuti qualificati e un team multidisciplinare - composto, tra gli altri, da psicologi, medici curanti e infermieri -, utilizzando un modello assistenziale centrato sulla famiglia che coinvolga attivamente i genitori/tutori nella valutazione e pianificazione del trattamento e nell'erogazione dell'assistenza.
“Questo nostro lavoro – conclude la Dott.ssa Muggeo - ha consentito di porre l'attenzione su come la musica possa essere uno strumento per migliorare la qualità delle cure in pazienti oncologici, ma il suo utilizzo richiede competenze specifiche e personale esperto nell’applicazione della musicoterapia. Ci auguriamo che possa essere un punto di partenza per prenderci cura sempre meglio dei nostri pazienti”.
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27/12/2022 Andrea Piccoli
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