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alla 1° pagina..) - garantisce una maggiore efficacia dell’intervento sanitario, soprattutto se erogato in situazioni di emergenza o se intervengono diversi operatori. Con una riduzione dei costi di alcuni miliardi di euro». Dello stesso parere anche il prof. Mauro Moruzzi, direttore generale di Cup 2000, secondo cui per ogni documento dematerializzato ci sarebbe mezzo euro di risparmio tra carta, stampa e consegna: «E’ un po’ come quello che sta accadendo con le banche online. Adesso tocca alla sanità».
Una realtà, quella del fascicolo elettronico, già consolidata in Paesi come Canada e Inghilterra. Da noi la situazione varia da regione a regione, con Emilia-Romagna e Lombardia a fare le prime della classe. Ma la cosa avrà presto una diffusione nazionale, in quanto esistono delle tempistiche ben precise sancite dalla legge. «Il Decreto del “Fare” dell’ex-premier Letta – ha precisato Negrini - chiede a Regioni e Province Autonome di presentare un piano di realizzazione entro il 30 giugno 2014». Per la fine di giugno 2015 si dovrà già essere operativi, e non oltre il 31 dicembre dello stesso anno avremo una rete di portata nazionale.
L’unica incombenza per il cittadino riguarderà l’attivazione del fascicolo. «Si potrà fare una pre-iscrizione sul web, poi si dovrà andare al centro Cup per mostrare un proprio documento. E’ un passaggio velocissimo, bastano dieci minuti», ha assicurato Moruzzi. Da quel momento lo si potrà consultare tramite Internet attraverso username e password, tessera sanitaria con microchip, carta di identità elettronica, carta nazionale dei servizi e altre smart card. «A quel punto – ha sottolineato Negrini - il paziente potrà effettuare prenotazioni o disdette di prestazioni specialistiche, pagamenti di ticket online, cambiare il medico di famiglia. Tutto questo senza doversi più recare agli sportelli Cup». Dormano sonni tranquilli anche i più attenti alla privacy: i medici potranno accedere al fascicolo solo se autorizzati dal singolo paziente, che potrà “oscurarne” la visibilità in qualsiasi momento. D’altronde, ha concluso Moruzzi, «se ci fidiamo a tenere il nostro conto online non vedo perché non potremmo fare la stessa cosa con gli esami del sangue».
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02/04/2014 Simone Celli
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