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alla 1° pagina..) lo studio. “Effettuare questa tipologia di trapianto nel muscolo, una sede accessibile, permette di monitorare le cellule e soprattutto dimostra che non devono essere trapiantate esclusivamente nel pancreas”.
I trapianti di isole pancreatiche possono curare la malattia, ma non ci sono abbastanza donatori per soddisfare la crescente domanda e i riceventi devono usare farmaci immunosoppressori per impedire al corpo di rigettare il tessuto del donatore.
Nello specifico questo caso “è un importante svolta in ambito autologo – prosegue il Prof Pierelli - perché le cellule staminali possono essere riprogrammate a partire da qualsiasi altra cellula somatica dell’individuo e non solo dalle insule pancreatiche, il che significa che potenzialmente offrono una fonte illimitata di tessuto pancreatico. Un risultato importante soprattutto in ambito autologo dove il rischio di rigetto, anche senza l’utilizzo di immunosoppressori, non dovrebbero esistere. Un risultato vincente”.
Nello specifico “le cellule del sangue e tessuto cordonale sono uniche perché non solo hanno la capacità di svilupparsi in altri tipi di cellule, ma sono anche immunotolleranti, ovvero hanno meno probabilità di provocare una risposta immunitaria – conclude il Prof. il Prof. Luca Pierelli - Ciò rende le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale potenzialmente utili per il trattamento di malattie in cui il sistema immunitario si è smarrito, proprio come il diabete di tipo 1”.
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30/09/2024 Andrea Sperelli
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