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alla 1° pagina..) media che secondo i dati dell’FBI forniti dall’emittente tv statunitense ABC cresce addirittura del 10%. Anche secondo l’ISTAT i mesi caldi sono i più critici dal punto di vista del malessere personale: maggio, giugno e luglio sono infatti il periodo più a rischio per il fenomeno legato ai suicidi.
È quanto emerge da uno studio condotto da Espresso Communication su oltre 50 testate internazionali in occasione dell’arrivo del gran caldo sull’Italia, per scoprire quali sono gli effetti negativi che l’aumento repentino delle temperature determina sul benessere delle persone e come affrontarli con l’aiuto dei consigli dell’esperti di performance sul lavoro.
Ma cosa fa scatenare liti e divergenze nella vita quotidiana e sul luogo di lavoro? “Logorio, stress e nervi a fior di pelle peggiorano di molto all’arrivo della ‘coppia fatale’, un binomio formato da stanchezza accumulata e dall’aumento delle temperature caratteristico dell’estate – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obiettivi –. Aumento che diventa sempre più repentino e che trova il corpo impreparato. Molti arrivano all’estate senza avere fatto un vero stacco dal lavoro e per alcuni la prospettiva è che non ci sarà alcuna pausa estiva. La situazione, quindi, si aggrava con il caldo che debilita un fisico già affaticato dallo sforzo di resistere allo stress del continuo dover fare. La ‘coppia fatale’, caldo e stanchezza accumulata, si presenta quindi in un momento dell’anno in cui le riserve a cui attingiamo sono ridotte al lumicino a causa della pressione costante, più o meno forte emotivamente, a cui le persone sono sottoposte oggigiorno”.
Studi scientifici hanno dimostrato che l’aumento delle temperature causa un aumento della frequenza cardiaca, del livello di testosterone e l’attivazione di altre reazioni metaboliche che attivano il sistema nervoso simpatico, responsabile della risposta alla reazione a uno stimolo. Tutto questo si tramuta in un cambiamento dello stato d’animo: il caldo rende quindi più arrabbiati, stupidi e violenti. Le persone accaldate diventano insofferenti e le conseguenze per i rapporti sociali possono essere nefaste: non è un caso se nel periodo estivo aumentano i casi di aggressione, suicidi e violenza. Un’esplosione di astio che può scaturire anche per futili motivi, come l’accensione o meno del climatizzatore: uno studio portato avanti da Boris Kingma, biofisico del Maastricht University Medical Center e riportato dal The New York Times svela infatti che i condizionatori sono tarati su standard e parametri fissati sulla base del metabolismo maschile, fattore determinante nei numerosi battibecchi che si susseguono in ufficio a causa della diversa percezione del freddo tra uomini e donne. Il dato emerso dall’indagine pubblicata sulla rivista scientifica Nature Climate Change è chiaro: se la temperatura preferita dagli uomini in ufficio è attorno ai 22° C, per le donne invece è 25° C: solo tre gradi centigradi di differenza che con il caldo soffocante e i conseguenti effetti sulla mente umana possono far scattare l’ira di qualche persona calorosa o sensibile al freddo.
“Con l’avvento della canicola si cerca di non affogare fra obblighi e doveri, che dal lunedì al venerdì impattano tutti i lavoratori senza distinzione di genere, con picchi notevoli sulla donna, che in molti casi gestisce ancora le incombenze di figli e famiglia; e su quelle persone che stanno vivendo crisi lavorative o addirittura perdita del lavoro – conclude la master coach Marina Osnaghi –. Nel corpo s’accumula lo stress residuo e, senza una piena coscienza, ci si ritrova con tutti i muscoli irrigiditi o cervicali, artrosi, blocchi a spalle e schiena, patologie che impattano anche sulla psiche. Di conseguenza l’atmosfera in ufficio si surriscalda. La sensazione è di non farcela più, e infatti si esplode attraverso aggressività e rabbia, spesso seguita da un gran mal di stomaco o dalla sensazione di amaro in bocca e di solitudine, a volte anche dal sentirsi in colpa una volta passata la rabbia. Quel che resta spesso è amarezza e una grande stanchezza”.
Conseguenze che possono essere anche molto gravi. “Le persone sono più a rischio di colpi di calore e disidratazione durante i mesi più caldi – ha rivelato all’Huffington Post Brent Solvason, professore associato di psichiatria e scienze comportamentali alla Stanford University –. C'è chiaramente un senso di disagio a causa dell'oppressività del caldo. Sia la disidratazione sia il colpo di calore possono influenzare l'umore o il comportamento e, nel peggiore dei casi, possono anche danneggiare il cervello. Molto meno prevalente rispetto alla varietà invernale di SAD, il disturbo affettivo stagionale, alcune persone soffrono di SAD primaverile ed estiva. Diagnosticare e trattare il disturbo può essere complicato, soprattutto perché condurre ricerche su questo specifico tipo di depressione è più difficile”. Gli esperti teorizzano che il SAD legato alle stagioni calde sarebbe aggravato da un eccessivo livello di calore e umidità, mentre in inverno le cause del SAD sono riconducibili alla mancanza di luce e di giorni più brevi.
Ecco infine due semplici tecniche per sfogare attraverso il corpo lo stress residuo in maniera salutare:
1) Quando la pressione è troppa: vai a casa e prendi a pugni un cuscino, scegline uno abbastanza grande, se hai la possibilità di trovare un sacco da boxe anche meglio ma proteggiti le mani: tutto questo deve avvenire senza pensare a persone o situazioni sia col sacco che col cuscino, è necessario lasciare neutro il pensiero.
2) Quando ti senti in gabbia: comincia a muovere con lentezza gli occhi, in alto, in basso, a destra, a sinistra. Poi comincia a muovere la testa lateralmente verso la spalla: riprendi il contatto con ciò che ti circonda, una via di fuga esiste. Dopo 2-3 movimenti laterali della testa comincia a fare piccoli cerchi concentrici con le mani roteando i polsi e lo stesso con le caviglie: il sollievo è quasi immediato, dato che questi movimenti interrompono gli spasmi della muscolatura striata, tipicamente coinvolti e contratti nei momenti di ansia e di stress e che peggiorano malessere e sensazione di impotenza.
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05/07/2018 Andrea Sperelli
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