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1) Perché il filler alle labbra è così richiesto? “Le labbra sono uno dei punti del viso dove si focalizza lo sguardo: quando sono molto sottili, quando ci sono asimmetrie o quando si assottigliano con l’età, molti considerano di ricorrere ai filler per migliorare l’aspetto. La perdita di volume è fisiologica: i pazienti chiedono di riavere le labbra che avevano vent’anni fa, rendendo meno evidenti i segni e le rughe di contorno. C’è anche chi li chiede anche per avere labbra più carnose o più proporzionate rispetto al viso. I filler sono temporanei, con una durata che varia tra i 12 e i 18 mesi, e possono correggere anche asimmetrie”, spiega il prof. Raffaele Rauso.
2) Un filler va bene per tutti? Il filler dermico per la zona labbra è uno dei trattamenti non invasivi più popolari e oggi c’è a disposizione una grande varietà che permette di personalizzare il trattamento. “Ogni paziente ha le proprie esigenze, che devono essere valutate caso per caso, rispettando l’armonia del volto – spiega il prof. Rauso -. Le richieste sono diverse in base all’età. Tra le giovanissime, dai 18 ai 26 anni, la richiesta è di ottenere un effetto rimpolpante e artificioso, un modello veicolato da social come Tik Tok e Instagram. Il rapporto richiesto tra labbro superiore e inferiore è di 1 a 1, mentre di solito i pazienti chiedono risultati naturali, rispettando il rapporto aureo di 1 a 1.16”.
3) Se il risultato non piace, si può correggere? “Sì. Nel caso dei filler riassorbibili, l’effetto sparisce da solo dopo circa 12 mesi ma, se necessario, l’acido ialuronico si può rimuovere prima con infiltrazioni di ialuronidasi. Va però sottolineato che dopo multiple sedute di infiltrazione l’acido ialuronico non va più via, non si riassorbe, e solo la ialuronidasi può risolvere la situazione”, spiega il vicepresidente FIME.
4) Anche i filler permanenti si possono eliminare? Nel caso in cui siano stati iniettati filler permanenti come i polimeri di silicone, vietati in Italia per legge dal 1992, o filler a base di metacrilati, iniettati anche in anni recenti prima che si conoscessero le loro reali conseguenze, la soluzione è più complessa, ma esiste: “I filler permanenti sono delle bombe a orologeria, che possono esplodere dopo decenni dall’infiltrazione. La rimozione è solo chirurgica, con un intervento complicato e un post-operatorio impegnativo – afferma il chirurgo plastico -. L’operazione si esegue a volte in day hospital, ma necessita l’anestesia generale nella maggior parte dei casi; per le prime settimane sono visibili edema e punti di sutura, particolarmente problematici sulle labbra in quanto movimenti naturali quali ridere o fare dei “grossi bocconi” potrebbero farli saltare”.
5) Qual è il risultato dopo la rimozione del filler permanente? “Di solito togliendo dopo anni il filler permanente, l’estetica non è delle migliori: le labbra hanno subito un processo di invecchiamento e hanno perso volume. Inoltre si ripropone il problema che aveva spinto a fare il filler permanente, ossia labbra sottili che lasciano scoperte le gengive, il cosiddetto gummy smile. Si può comunque intervenire per restituire volume alle labbra, con lipofilling e lip lift, ad esempio, contestualmente alla rimozione del filler e al rimodellamento della mucosa labiale iperespansa”, afferma il prof. Rauso.
6) Esistono alternative permanenti ai filler? Per rimpolpare le labbra in modo naturale si può utilizzare il lipofilling: si preleva del grasso della paziente e lo si infiltra nelle labbra. “C’è però il problema di un’alta percentuale di riassorbimento dovuta alla peculiare anatomia di quest’area; quindi, per avere un risultato definitivo accettabile, bisogna sottoporsi a più sedute nel tempo. E, nel primo periodo, si avranno delle labbra esagerate – spiega il dottore -. Un’altra soluzione è il “lip lift”, che consente di ottenere volume ruotando i tessuti della mucosa della bocca e riducendo l’altezza delle creste filtrali senza inserire materiale estraneo. I risultati estetici sono buoni, ma bisogna considerare che ci sono delle cicatrici che vanno accuratamente posizionate per evitare stigmate permanenti dell’intervento”.
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19/10/2022 Andrea Sperelli
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