(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) comportare un alto rischio di amputazione, ictus e infarto. L’incidenza annuale di amputazioni si colloca tra 120 e 500 per milione (dato 2019). Soprattutto è un importante predittore di malattia coronarica. Diagnosticarla e curarla correttamente significa prevenire sia le complicanze di tale patologia, che lo sviluppo di gravi malattie cardiache.
La PAD colpisce 200 milioni di persone nel mondo e 40 milioni di persone in Europa. In Italia la prevalenza della malattia si attesta intorno al 10% nelle persone con età maggiore di 40 anni, con un incremento importante dopo i 65 anni, fino a raggiungere il 20% di incidenza per gli over 80. Una patologia sempre più diffusa negli ultimi dieci anni, con un aumento di casi di circa il 23%, in parallelo con la crescita del numero di pazienti diabetici, di fumatori e dell’invecchiamento della popolazione. Solo in Piemonte nel 2019 si registravano 380.000 casi.
I fattori di rischio più rilevanti per la PAD sono fumo, diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemia.

La proposta dei cardiologi piemontesi

I dettagli del nuovo approccio farmacologico e del percorso di cura multidisciplinare sono descritti sul Giornale Italiano di Cardiologia, la principale rivista scientifica nazionale in ambito cardiologico, nell’articolo dal titolo Proposta di percorso diagnostico-terapeutico assistenziale della Regione Piemonte sulla terapia ipolipemizzante e antitrombotica in pazienti con malattia delle arterie periferiche. Autori dello studio Giuseppe Patti, Direttore della Cattedra di Cardiologia, Università Piemonte Orientale e Direttore Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare, AOU Maggiore della Carità di Novara, e tra gli altri, Ferdinando Varbella, Direttore S.C. Cardiologia, Ospedale di Rivoli - AslTo3 e Giuseppe Musumeci, Direttore S.C. Cardiologia, Ospedale Mauriziano di Torino, organizzatori scientifici del congresso di Torino.
“Il nuovo approccio farmacologico - spiega Giuseppe Patti, primo firmatario dello studio - è il cuore del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale per la PAD del Piemonte, unico in Italia e che potrebbe essere esportato in altre regioni. La Campania ha già dimostrato particolare attenzione al problema, formulando una propria ipotesi di percorso, che oggi la proposta piemontese integra con l’utilizzo dei farmaci antitrombotici e ipolipemizzanti”.
“La terapia ipolipemizzante aggressiva - aggiunge Giuseppe Musumeci - si è dimostrata efficace nel ridurre gli eventi cardiovascolari nei pazienti cardiopatici. Gli studi più recenti hanno evidenziato la sua efficacia sull’esito delle cure per i pazienti affetti da vasculopatie come la PAD, riducendo il rischio di eventi coronarici acuti e di eventi avversi vascolari drammatici come l’amputazione di arto”.
“Il Percorso di cura piemontese (Pdta) disegna un percorso di cura articolato che prevede, anche con l’ausilio della telemedicina, una stretta collaborazione ed un approccio combinato tra cardiologo e chirurgo vascolare - aggiunge Ferdinando Varbella - per il trattamento farmacologico dei pazienti con malattia delle arterie periferiche: una sinergia fondamentale per la cura della patologia e per la prevenzione di gravi eventi cardiaci in pazienti particolarmente esposti”.

Notizie specifiche su: Pad, arterie, vasculopatia, 29/03/2023 Andrea Sperelli


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