Meglio evitare variazioni di peso maggiori del 3% del peso corporeo durante le prime fasi della malattia di Parkinson. A dirlo è uno studio pubblicato su Neurology da un team dell’Università di Seul diretto da Jin-Sun Jun.
Lo studio ha preso in esame 358 soggetti che avevano appena ricevuto la diagnosi di Parkinson. Nel corso del primo mese, 98 pazienti erano dimagriti e 59 ingrassati. Tutti i pazienti sono stati sottoposti a test neuropsicologici. I test sono stati ripetuti ogni anno per valutare i sintomi non motori del Parkinson come depressione, ansia e disturbi del sonno.
L’ipotesi peggiore è data dal dimagrimento: chi dimagriva infatti mostrava un declino cognitivo più rapido rispetto a chi ingrassava. In entrambi i casi, tuttavia, i punteggi dei test erano peggiori rispetto a chi non aveva variazioni del peso. Il fattore che più subiva la variazione di peso era la fluenza ...
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