C'è un nesso non positivo fra aumento dell'inquinamento atmosferico e ritardi nello sviluppo delle capacità cognitive. A svelarlo è una nuova ricerca della Wayne State University di Detroit e del Cincinnati Children's Hospital.
I ricercatori guidati da Clara Zundel hanno analizzato 10.000 bambini fra i 9 e i 12 anni, scoprendo che l'esposizione agli inquinanti dell'aria, alle polveri sottili e soprattutto al Pm2,5 causa alterazioni delle connessioni cerebrali, con conseguenti disturbi dell'attenzione e possibili problemi mentali.
Lo studio, pubblicato su Brain Connectivity, mostra che l'esposizione allo smog è particolarmente pericolosa durante gli anni in cui si sviluppano le principali connessioni cerebrali.
Al danno da Pm2,5 responsabile anche di problemi respiratori come l'asma, bisogna aggiungere anche quello degli inquinanti presenti nel cibo e nell'acqua. L'esposizione ...
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