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alla 1° pagina..) il 2018 e la morte per qualsiasi causa era del 9% superiore per i nottambuli rispetto ai mattinieri. Come detto, tuttavia, non è il cronotipo in sé a determinare un maggior rischio: la conferma viene dal fatto che i non fumatori che non bevevano molto non mostravano un rischio maggiore di morte rispetto ai mattinieri.
Una persona abituata a vivere di notte ha con ogni probabilità disturbi del sonno. Il sonno alterato può causare una serie di problemi mentali e fisici, e in precedenza è già stato collegato al rischio di dipendenza da alcol o nicotina.
Uno studio dell’Università di Pisa conferma le conclusioni dei colleghi finlandesi, affermando che le persone abituate a tirar tardi la notte avrebbero una reazione peggiore allo stress e sarebbero più suscettibili a comportamenti non sani come fumare e consumare alcol.
«Il nostro studio esamina come i sintomi di stress post-traumatico (PTSS) siano associati ai parametri circadiani di riposo-attività e relativi al sonno, valutati sia soggettivamente, tramite questionari, che oggettivamente, tramite actigrafia», spiegano gli autori coordinati da Ugo Faraguna.
Gli scienziati italiani hanno cercato di capire se le abitudini riguardanti il riposo notturno potessero influenzare la reazione dell’organismo a eventi stressanti o a disturbi post-traumatici.
Sono stati perciò selezionati 120 soggetti attraverso il Trauma and Loss Spectrum Self Report (TALS-SR), la versione ridotta del Morningness-Eveningness Questionnaire (rMEQ), il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI) e l'actigrafia del polso.
Chi mostrava maggiore attività notturna, scarsa qualità del sonno, minore efficienza del sonno (SE), minore stabilità intergiornaliera (IS) e maggiore variabilità intragiornaliera (IV) dei ritmi circadiani, aveva anche punteggi TALS-SR più elevati. Le analisi di regressione hanno mostrato che IV, SE e PSQI sono rimasti associati ai domini sintomatici di TALS dopo aggiustamento per fattori potenzialmente confondenti, ma ulteriori analisi hanno mostrato che solo il PSQI è rimasto significativamente associato ai domini sintomatici rilevati da TALS, anche se l'interazione con il cronotipo non era significativa.
L’ipotesi degli autori è che l’assunzione dei disturbi del sonno autoriportati e la frammentazione dei ritmi di riposo-attività come target potrebbe avere l’effetto di mitigare il disturbo da stress post-traumatico.
«Sebbene l'effetto del cronotipo come moderatore delle associazioni tra parametri sonno/circadiani e PTSS non fosse significativo, il fatto di essere più attivi la notte era associato a punteggi TALS più alti, confermando così la vulnerabilità dei cronotipi "notturni" a peggiori reazioni allo stress», concludono gli autori.
A risultati analoghi è giunto un team internazionale di ricerca coordinato da studiosi dell’Università di Messina e dell’Università di Bologna, che ha mostrato che le persone con un cronotipo serale presentano un apprendimento della paura alterato: una caratteristica che spiegherebbe il maggiore rischio per queste persone di sviluppare disturbi d’ansia. Pubblicato sul Journal of Affective Disorders, lo studio rivela che chi è più produttivo nelle ore serali presenta una maggiore attivazione del Sistema Nervoso Autonomo (SNA) in compiti di apprendimento implicito della paura.
“Con il termine cronotipo ci si riferisce alle differenze di prestazione che ogni persona ha in relazione ai periodi di sonno e veglia nell’arco delle 24 ore della giornata. Possiamo avere un cronotipo mattutino se preferiamo svegliarci presto e avere un buon rendimento nelle attività che iniziano al mattino, un cronotipo serale se siamo più produttivi di notte e preferiamo restare svegli fino a tardi, o infine intermedio, se ci adattiamo facilmente agli orari mattutini e serali”, spiega Carmelo Mario Vicario, direttore del Laboratorio di Neuroscienze Cognitive e Sociali, Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina, dove è stata condotta la ricerca.
Studi precedenti avevano mostrato una relazione tra cronotipo serale e l’insorgenza di disturbi mentali come l’ansia e il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). “Nel nostro studio abbiamo indagato se in persone con cronotipo serale sono alterati alcuni meccanismi alla base di questi disturbi, e che sono legati all’apprendimento della paura”, aggiunge Vicario.
I risultati ottenuti suggeriscono che la maggiore vulnerabilità ai disturbi d’ansia delle persone con cronotipo serale possa essere legata a un alterato meccanismo di acquisizione della paura.
“Questo studio fornisce nuove informazioni sull’influenza del cronotipo sui processi cognitivi e affettivi, suggerendo che la maggiore vulnerabilità del cronotipo serale all’ansia e ai disturbi correlati può essere mediata da un alterato apprendimento implicito della paura”, spiega Alessio Avenanti, professore al Dipartimento di Psicologia “Renzo Canestrari” dell’Università di Bologna – Campus di Cesena, tra i coordinatori della ricerca. “I risultati ottenuti hanno diverse implicazioni: si potrebbe ad esempio agire sul cronotipo per ridurre i livelli di ansia e stress, monitorando l’efficacia dell’intervento con il protocollo di realtà virtuale che abbiamo utilizzato”.
I ricercatori hanno infatti fatto ricorso al classico paradigma del condizionamento alla paura, che deriva dagli studi del premio Nobel Ivan Pavlov, attraverso un sistema di realtà virtuale.
“I partecipanti allo studio indossavano un caschetto ed erano immersi in un ambiente di realtà virtuale nel quale osservavano stimoli visivi inizialmente neutri e che potevano predire l’occorrenza di una scena che induceva paura, ovvero un mostro che appariva improvvisamente simulando un’aggressione nei confronti dell’osservatore”, illustra Chiara Lucifora, prima autrice dello studio dell’Ateneo Messinese ed esperta di Realtà Virtuale immersiva (iVR), attualmente presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma. “Dopo questa esposizione, gli stimoli neutri associati al mostro (gli stimoli condizionati) acquisivano una proprietà emotiva aversiva, inducendo un aumento della sudorazione, un indice fisiologico che riflette l’attivazione del SNA associato alla paura. In questo modo abbiamo dimostrato che le persone con cronotipo serale mostrano un incremento della risposta fisiologica che riflette la paura; effetto che non si verifica nel gruppo di controllo con cronotipo intermedio”.
Fonte: Chronobiology International 2023. Doi: 10.1080/07420528.2023.2189952
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20/06/2023 Andrea Sperelli
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