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alla 1° pagina..) crisi. I medici consigliano di resettare l’orologio fermandosi con l’auto e prevenendo quindi l’inevitabile capriccio.
Ci sono vari fattori che influenzano il risultato finale. Ogni minuto di distrazione si traduce in 30 secondi di ritardo del capriccio, ogni spuntino fa “guadagnare” altri 15 minuti di pace. La presenza di fratelli con i quali litigare, però, anticipa il capriccio di 10 minuti.
"Sfortunatamente due bambini, senza alcun intrattenimento né cibo cominciano a lamentarsi dopo 40 minuti in media. Gli snack sono importanti, ma non se ne possono offrire più di tanti. Creare degli svaghi è la chiave di tutto, ma per un viaggio davvero lungo anche quello può fallire", avverte il matematico.
"Fino all’età prescolare il capriccio è fisiologico per manifestare un disagio, una frustrazione, spesso causati da noia e stanchezza. Il viaggio, specie se lungo, predispone i bambini a questi scoppi d’ira – ci spiega Paola Sgaramella, pediatra dell’IRCCS ospedale San Raffaele di Milano – Per questo, quando è possibile, meglio sfruttare le ore del sonno dei piccoli, e viaggiare di notte o di mattina presto, anche di pomeriggio durante il sonnellino, se non fa troppo caldo. Le pause aiutano, soprattutto se si riesce a fare sosta in un posto dove possano divertirsi (un parco giochi, per esempio). L’intrattenimento, come tecnica distrattiva, funziona, ma se possibile meglio non dare loro cellulari o tablet, che rischiano di causare cinetosi, quindi nausea e malessere, così come la lettura. Si può invece farli divertire con indovinelli, giochi che variano a seconda dell’età, racconti, canzoncine. È importante coinvolgerli, parlare delle esperienze che si faranno o si sono appena fatte e partire carichi di entusiasmo, come per un’avventura".
La prima causa di ogni capriccio, quindi, sarebbe la noia, seguita da fame, bisogno di andare al bagno e mancanza di giocattoli. Anche il caldo, la nausea e i litigi con i fratelli giocano un ruolo importante.
"I bimbi devono essere educati a non poter fare sempre ciò che vogliono e a sopportare le frustrazioni”, conclude Sgaramella. “Alzare la voce non serve, ma bisogna mettere i giusti paletti e dire dei no, altrimenti continueranno a spostare sempre più avanti l’asticella delle richieste".
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29/08/2022 Andrea Sperelli
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