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alla 1° pagina..) dopo un infarto e abbiamo notato un ritorno alla normalità, almeno temporaneamente" spiega Giacca.
"Una specie di pesci detta zebrafish, dopo un danno cardiaco, resta immobile per alcuni giorni. Poi riprende a nuotare normalmente. Il suo cuore nel frattempo si è rigenerato", spiega il ricercatore.
Nel corso di un infarto, un uomo perde da 1 a 4 miliardi di cellule cardiache, circa un quinto del totale. Il frammento genetico citato da Giacca si chiama microRna-199, è una molecola che viaggia attorno alla doppia elica del Dna, accendendo e spegnendo geni, indicando quali e quante proteine devono essere prodotte per il buon funzionamento delle cellule. “È presente in moltissime specie animali, segno che l'evoluzione lo considera uno strumento importante", spiega Giacca. "Ma non si trova nel cuore. Noi lo abbiamo inserito nell'organo dei maiali con un intervento chirurgico, usando dei virus per recapitarlo all'interno delle cellule. Sappiamo che le cellule del cuore sono restie a dividersi, ma dopo il nostro intervento abbiamo visto che quelle rimaste vive si sono moltiplicate, rigenerando l'organo danneggiato".
La riparazione effettuata dai medici triestini è durata un mese, poi si è presentata una recidiva.
"Dobbiamo mettere a punto il dosaggio e il meccanismo di somministrazione", spiega Giacca. "Ma il nostro è un punto di partenza. Volevamo dimostrare la validità di un metodo".
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09/05/2019 Andrea Sperelli
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