(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) possibilità di diagnosi, dando anche un nuovo impulso allo sviluppo di terapie più efficaci.
"Fino a marzo 2020 abbiamo cercato in diversi archivi biomedici, ossia MEDLINE, PubMed Central, CINAHL Plus, EMBASE, HealthSTAR, Scopus e Web of Science, studi eseguiti su partecipanti umani che contenessero una valutazione degli assoni motori mediani", scrivono i ricercatori. Dei 2.866 articoli selezionati, 26 (che rappresentano 942 pazienti e 719 controlli) sono stati sottoposti a revisione sistematica e 23 sono
stati utilizzati nella metanalisi, individuando in tal modo sette indici di eccitabilità assonale.
«Un'analisi di sensibilità limitata ai soli pazienti con Sla precoce ha indicato che quattro dei sette indici sono potenziali biomarcatori precoci», riprende Lugg.
Saranno comunque necessari ulteriori studi per comprendere appieno le potenzialità degli indici di eccitabilità individuati nell’ambito della valutazione clinica di routine nei soggetti con sospetta diagnosi di Sla.
Un team di scienziati australiani ha individuato invece la presenza di un biomarcatore nel sangue in grado di evidenziare la presenza e il tipo di sclerosi multipla. Il marker, che potrà essere utilizzato grazie a un semplice test, potrebbe consentire di rivoluzionare la diagnosi e di conseguenza il trattamento della grave malattia autoimmune.
Lo studio, coordinato da Edwin Lim e Gilles Guillemin della Macquarie University di Sydney, è apparso su Scientific Reports.
La malattia è legata a lesioni della mielina, la guaina protettiva che circonda le fibre dei nervi nel sistema nervoso centrale. Le lesioni pregiudicano le comunicazioni fra cervello e resto del corpo, ma l'andamento della malattia differisce in base al tipo di sclerosi con cui si ha a che fare.
Si riconoscono quattro tipi di sclerosi multipla: sclerosi multipla recidivante-remittente (SM-RR), sclerosi multipla secondariamente progressiva (SM-SP), sclerosi multipla primariamente progressive (SM-PP) e sclerosi multipla progressiva con ricadute.
Secondo i medici australiani, il biomarker consentirà di individuare a quale tipo si appartiene con una precisione dell'80-90 per cento e nell'arco di circa 24 ore.
«Stiamo entrando in un'era di medicina personalizzata e di terapie personalizzate. Questa scoperta permetterà di sviluppare trattamenti individuali in tempi rapidi. E il tempo conta veramente nella sclerosi multipla», concludono i ricercatori.

Fonte: medRxiv
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Notizie specifiche su: sclerosi, sangue, biomarcatore, 23/03/2022 Andrea Sperelli


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