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alla 1° pagina..) come primo untore della nuova tremenda malattia.
La nuova ricerca, coordinata da Michael Worobey, docente di Biologia evoluzionistica presso l'ateneo di Tucson, rende giustizia alla memoria del giovane steward. In realtà, l'Hiv fece il grande passo dai Caraibi a New York già all'inizio degli anni '70, diffondendosi poi molto rapidamente in tutto il Nord America. Gli scienziati hanno analizzato oltre 2.000 campioni biologici raccolti negli Stati Uniti fra il 1978 e il 1979, servendosi di una tecnica di analisi molecolare che consente di esaminare il materiale genetico del virus con grande precisione, offrendo ai medici la possibilità di costruire una sorta di «albero genealogico» delle diverse versioni del virus.
L'analisi dimostra che il virus in circolazione ad Haiti e nei Caraibi subì una mutazione che lo rese più pericoloso e contagioso nei primi anni '70. I campioni genetici di Dugas dimostrano che la versione del virus da cui era affetto si trovava a metà strada di questo processo di trasformazione, il che rende impossibile che fosse lui il primo veicolo di trasmissione del nuovo ceppo.
La ricerca conferma invece l'origine storica del virus, da localizzare a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo attorno agli anni '20. Per mezzo secolo il virus rimase più o meno silente e poco pericoloso, ma il passaggio prima nei Caraibi e poi a New York cambiò le carte in tavola: «New York fu il crocevia da cui l’Hiv si è diffuso alla costa occidentale degli Stati Uniti e da qui all’Europa Occidentale, l’Australia, il Giappone, il Sud America e il resto del mondo», ha spiegato Worobey.
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27/10/2016 Andrea Piccoli
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