Negli screening per il cancro della prostata c’è un problema di sovradiagnosi che potrebbe essere risolto servendosi di risonanze magnetiche e biopsie mirate.
A dirlo è uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine da un team del Karolinska Institutet di Stoccolma diretto da Tobias Nordström, che spiega: «La maggior parte dei paesi non ha introdotto lo screening per il cancro della prostata a livello nazionale, perché i metodi attuali portano a diagnosi e biopsie eccessive e non necessarie. I nostri risultati mostrano tuttavia che utilizzando metodi più moderni per lo screening di questo tumore è possibile conservarne i benefici riducendo sostanzialmente i danni».
Al momento, lo screening viene effettuato con il test dell’antigene prostatico specifico (Psa) e le biopsie tradizionali, ma i risultati, spesso inaffidabili, causano il ricorso a indagini invasive non necessarie ...
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