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alla 1° pagina..) pazienti hanno mostrato un deciso miglioramento dell'umore, un controllo migliore dell'ansia e un graduale aumento di peso.
I medici hanno utilizzato la risonanza magnetica per osservare l'aumento del funzionamento dei circuiti nervosi coinvolti nella malattia. I risultati sono incoraggianti, anche se si tratta di una terapia abbastanza invasiva e non priva di potenziali effetti collaterali.
Anche un altro studio sta studiando l'applicabilità di una soluzione simile. È una ricerca del King's College di Londra pubblicata su Plos One che ha analizzato l'effetto della stimolazione magnetica transcranica, la stessa utilizzata per il trattamento del Parkinson e della depressione.
Il cervello viene stimolato grazie a speciali magneti applicati sulla corteccia prefrontale dorsolaterale, una zona direttamente collegata alla malattia. L'effetto è la riduzione del livello di sazietà e della tendenza a prendere decisioni in maniera impulsiva.
Lo studio ha coinvolto 49 persone. Alcune sono state sottoposte a stimolazione magnetica transcranica, altre a una tecnica placebo. I risultati, incoraggianti, aprono la strada a nuovi studi più ampi e più completi.
L'anoressia nervosa colpisce circa il 4 per cento delle donne in diverse fasi della vita. I trattamenti farmacologici hanno un effetto molto limitato, mentre la psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, ha successo soltanto nel 10-30 per cento dei casi.
Per questo, la mortalità risulta molto elevata, dal momento che una persona su 5 muore prematuramente a causa delle conseguenze della malattia.
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27/02/2017 Andrea Sperelli
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