Potrebbe diventare un'opzione farmacologica in più a disposizione delle persone con sclerosi multipla. Il condizionale è d'obbligo, visto che le evidenze della sua possibile efficacia per ora riguardano solo modelli sperimentali della patologia, ma i risultati sull'uso di una piccola molecola (un farmaco in realtà già utilizzato per altri scopi in medicina), capace di migliorare il quadro di malattia nel modello murino, lasciano ben sperare. A mostrarli è un team di ricercatori guidati da Fabrizio Michetti dell'Università Cattolica, Dipartimento di Neuroscienze, campus di Roma e dell'Università Vita-Salute San Raffaele.
Lo studio, cui hanno partecipato anche gli istituti di Analisi dei sistemi ed informatica "Antonio Ruberti" (Iasi) e di Scienze e tecnologie chimiche "Giulio Natta" (Scitec) del Consiglio nazionale delle ricerche e la Fondazione Santa Lucia IRCCS, è stato finanziato dalla ...
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