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alla 1° pagina..) che agisce sugli agonisti GLP-1, riduce i livelli di infiammazione nel corpo, indipendentemente dal fatto che le persone perdano o meno peso.
Ciò indica che le iniezioni di semaglutide possono trattare una serie di condizioni legate all’infiammazione, fra cui cancro, artrite e Alzheimer.
«È chiaro che migliorando la salute cardiometabolica di una persona la metti in condizione di vivere più a lungo e meglio e non mi sorprenderebbe se migliorare la salute in questo modo rallentasse effettivamente il processo di invecchiamento», commenta Krumholz, che cura il Journal of the American College of Cardiology e che ha pubblicato diversi studi sul tema. «Sappiamo che l'obesità può aumentare i livelli di infiammazione di base: questi farmaci in qualche modo calmano l'infiammazione, con ampi benefici», aggiunge Krumholz.
Secondo John Deanfield, professore di cardiologia all'University College di Londra, prendendo di mira la biologia infiammatoria è possibile alterare l'evoluzione e le conseguenze di molteplici malattie, in particolare quelle cardiache.
La riduzione di peso ovviamente porta con sé una serie di effetti sulla performance cardiaca e su quella di altri organi, con un miglioramento evidente dal punto di vista metabolico. Tuttavia, ciò non significa necessariamente che si tratti di un medicinale anti-aging in senso stretto.
Se una persona senza problemi di peso assume semaglutide, il farmaco non la aiuterà a fermare l’invecchiamento. L’effetto del farmaco è cioè indiretto e riguarda quelle classi di pazienti che hanno problemi metabolici e di peso.
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03/09/2024 Andrea Sperelli
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