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alla 1° pagina..) testare il 50% delle persone che gravitano attorno alla struttura scolastica per prevenire un focolaio.
La sperimentazione ha riguardato 9 asili nido tedeschi fra l’ottobre del 2020 e il marzo del 2021. In questo lasso di tempo sono stati eseguiti 4.755 test su 954 asintomatici che hanno scovato 2 infezioni: un assistente all’infanzia e un genitore.
L’utilizzo dei tamponi salivari ha assicurato la massima collaborazione delle famiglie, una parte delle quali avrebbe rifiutato lo screening in caso di tamponi naso-orofaringei.
"Questi risultati suggeriscono che il test di sorveglianza è fattibile e ben accettato anche negli asili nido e consente di continuare il servizio in sicurezza durante la pandemia", spiega il professor Oliver Kurzai, fra gli autori dello studio appena pubblicato da Jama Network Open. "La chiusura degli asili nido è stata implementata a livello globale per contenere il Covid, ma ha avuto effetti negativi sulla salute e sul benessere psicosociale dei bambini. La decisione si è basata sul principio che, essendo i bambini associati alla trasmissione dell'influenza, la chiusura avrebbe di fatto limitato la diffusione virale dato che in queste comunità mascherine e distanziamento fisico non possono essere previste. Tuttavia, altri modelli epidemiologici hanno dimostrato che le strutture per l'infanzia hanno rappresentato un impatto minore sulla diffusione di Sars-Cov-2 rispetto alle scuole di altro grado e che le chiusure hanno avuto conseguenze negative psicosociali e nutrizionali su bambini con bisogni educativi speciali e che vivono in condizioni socioeconomiche precarie. La chiusura delle strutture per l'infanzia pone anche un rischio sostanziale di esaurimento dei genitori, che è un fattore associato ad un aumento degli abusi sui minori. Non a caso la violenza sui bambini è stata definita dall'Oms una crisi nascosta della pandemia", prosegue il ricercatore.
"Per evitare la completa chiusura dei servizi per l'infanzia sono possibili approcci alternativi che consentano di monitorare la pandemia dall'interno”, conclude il professor Kurzai. “Combinando il nostro studio di fattibilità nella vita reale con i modelli matematici, i risultati ci consentono di definire parametri importanti che consentirebbero un'efficace sorveglianza, con tassi di accettazione a lungo termine superiori al 65% quando si utilizza il campionamento della saliva. Anche se i controlli a tappeto identificano in proporzione meno casi rispetto al tracciamento dei sintomatici, rimangono il metodo più adatto per rilevare in anticipo le infezioni ed evitare un focolaio. Test continui sui non sintomatici hanno anche migliorato significativamente il senso di sicurezza dei genitori e hanno evitato alti livelli di stress, ansia e depressione negli adulti".
07/01/2022 Andrea Sperelli
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