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alla 1° pagina..) randomizzati: studio ClarIDHy (colangiocarcinoma) e Studio Agile (leucemia mieloide acuta).
Arnaud Lallouette, M.D., Executive Vice President, Global Medical & Patient Affairs di Servier, commenta: “La prognosi per i pazienti con diagnosi di leucemia mieloide acuta o colangiocarcinoma è sempre stata infausta, con opzioni terapeutiche molto limitate. Con l’approvazione da parte della Commissione europea, ivosidenib è ora il primo inibitore mirato di IDH1 approvato in Europa. Questo conferma sempre di più la nostra leadership scientifica nel setting delle mutazioni IDH1 e il nostro impegno nella ricerca di nuove soluzioni terapeutiche per i pazienti affetti da tumori difficili da trattare”.
Aggiunge Philippe Gonnard, M.D., Executive Vice President, Global Product Strategy di Servier: “Le mutazioni di IDH1 sono i principali fattori di progressione di malattia nella leucemia mieloide acuta e nel colangiocarcinoma, patologie che spesso vengono diagnosticate in fase avanzata e quindi bisognose di un’opzione terapeutica mirata. Lo sviluppo di nuove terapie come ivosidenib, con un meccanismo d’azione diverso dai chemioterapici tradizionali, offre ai pazienti nuove opzioni terapeutiche in grado di aumentare l’aspettativa e la qualità di vita”.
La leucemia mieloide acuta è un tumore del sangue e del midollo osseo caratterizzato da una rapida progressione della malattia. È la leucemia acuta più comune negli adulti e colpisce 5/100 mila abitanti in Europa, cioè più di 20 mila persone ogni anno. Il tasso di sopravvivenza a due anni dei pazienti con Lma di 75 anni è inferiore al 10%.
Il colangiocarcinoma, un tumore dei dotti biliari, è un tumore raro e aggressivo, spesso legato a una storia medica come la cirrosi o un’infezione epatica. Colpisce 1-3 persone su 100 mila in Europa, con un’incidenza di circa 10 mila nuovi casi ogni anno. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è del 9%, ma in caso di metastasi è pari a zero. La chirurgia è una buona opzione terapeutica, ma il trattamento è possibile solo per un numero limitato di pazienti e il rischio di recidiva rimane elevato. La chemioterapia e l’immunoterapia sono le terapie standard per i pazienti che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico o la cui malattia è progredita dopo l’intervento.
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30/05/2023 Andrea Sperelli
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