C’è un paradosso biologico alla base della durata della vita delle specie animali. Più quest’ultima è lunga, minore sarà l’accumulo di mutazioni genetiche nel suo Dna. A confermare il paradosso è uno studio pubblicato su Nature da ricercatori del Wellcome Sanger Institute e della Società zoologica di Londra, che hanno confrontato il tasso di accumulo delle mutazioni in vari mammiferi, fra cui l’uomo.
Nella maggior parte dei casi, le mutazioni cui il nostro organismo è sottoposto sono innocue, ma alcune possono compromettere il funzionamento della cellula, spingendola verso un invecchiamento precoce o un’evoluzione tumorale.
"In altre parole, più lunga è la vita di un organismo, più alto è il numero di mutazioni che sarebbe lecito aspettarsi, incluse quelle dannose", spiega Maurizio Genuardi, professore di genetica medica dell'Università Cattolica a Roma e presidente della Società ...
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