Un’ipotesi che potrebbe diventare realtà in un futuro non molto lontano. Il ricorso alla tecnologia non sembra infatti pregiudicare la qualità della valutazione dell’attività elettrica del cervello, oggi ad appannaggio esclusivo dei medici. E potrebbe rappresentare un’opportunità per introdurre un servizio di questo tipo in aree che non possono contare su un’esperienza e un’offerta di questo tipo.
L’intelligenza artificiale, insomma, come opportunità per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure in ambito neurologico. Oltre che la significativa variabilità che si rileva nell’interpretazione di questo test, con ricadute facilmente prevedibili per i pazienti.
A partire da coloro che sono chiamati a convivere con l’epilessia, per cui l’elettroencefalogramma rappresenta l’esame diagnostico più accurato.
A tracciare questo scenario è uno studio pubblicato sulla rivista Jama ...
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