Uno studio della University of Sheffield mostra l’efficacia della risonanza magnetica cardiaca (CMR) in caso di scompenso cardiaco. L’esame può essere utilizzato per stimare la pressione di riempimento del ventricolo sinistro (LVFP) e prevederne un innalzamento.
La CMR è risultata superiore all'ecocardiografia transtoracica, la tecnica di solito utilizzata perché non invasiva. «La CMR è risultata un importante strumento di imaging per chiarire l'eziologia dello scompenso cardiaco e l'ulteriore sotto-fenotipizzazione. Il principale vantaggio della CMR è la sua avanzata precisione nella valutazione funzionale e volumetrica. Attualmente, non è disponibile un modello CMR che preveda la LVFP. Non è inoltre chiaro se un tale modello CMR offrirà vantaggi prognostici», si legge su European Heart Journal.
Allo studio hanno partecipato 835 pazienti con età media di 65 anni sottoposti a ...
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