Nei pazienti che subiscono un danno d’organo a causa di Covid-19, il fenomeno è persistente a un anno dalla diagnosi in oltre un caso su due (59%). Inoltre, il meccanismo è evidente anche in chi non ha contratto Covid-19 in forma grave.
A dirlo è un nuovo studio dell’Università di Los Angeles pubblicato sul Journal of the Royal Society of Medicine che si è concentrato su quei pazienti che accusavano difficoltà di respirazione, disfunzioni cognitive e scarsa qualità della vita.
Allo studio hanno preso parte 536 pazienti con Long Covid, il 13% dei quali è stato ricoverato in ospedale al momento della diagnosi. Nel 32% dei casi si trattava di operatori sanitari. 331 (62%) dei 536 pazienti hanno manifestato una compromissione degli organi 6 mesi dopo la diagnosi iniziale. I pazienti sono stati seguiti per ulteriori 6 mesi e sottoposti a risonanza magnetica multiorgano di 40 minuti.
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