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alla 1° pagina..) le neoformazioni dalle varie cellule immunitarie del corpo. Quindi i ricercatori hanno sbloccato i percorsi che impediscono ai macrofagi del sistema immunitario di riconoscere e attaccare un tumore, utilizzando il farmaco epigenetico tacedinalina, un inibitore dell'istone deacetilasi o HDAC di classe I. «Quando abbiamo usato la tacedinalina per sbloccare quei percorsi, e poi abbiamo aggiunto l'anti-CD47, un farmaco che migliora l'attività dei macrofagi, il tumore è diventato estremamente appetibile per tali cellule, che hanno attaccato le cellule tumorali», prosegue Mitra.
I farmaci tradizionali antitumorali usati per gli adulti hanno uno scarso effetto sui bambini perché le cellule di questi ultimi si dividono a un ritmo superiore al normale.
La combinazione di farmaci potrebbe non solo aiutare a ridurre al minimo l’impatto negativo del trattamento tradizionale del cancro nei bambini, ma anche offrire una possibilità più ampia di sopravvivenza a quei pazienti con medulloblastoma e amplificazione di MYC.
Ora i ricercatori punteranno a una sperimentazione clinica per cercare di comprendere gli effetti a breve e a lungo termine del trattamento.
Fonte: Journal of Immunotherapy 2023. Doi: 10.1136/jitc-2022-005871
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06/02/2023 Andrea Sperelli
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