(2° pagina) (Torna alla 1° pagina..) in un’unica compressa. Il successo è dovuto non solo ai risultati clinici sulla persona che vive con Hiv, ma anche al fatto che oltre il 95% delle persone che assume la terapia ottiene una carica virale non dosabile, ossia non trasmette il virus, riducendo le nuove infezioni. Un altro aspetto fondamentale è la terapia personalizzata: è possibile scegliere un regime terapeutico appropriato a seconda del tipo di paziente e della fase che sta attraversando. La medicina di precisione mette al centro il paziente, la sua qualità di vita e le sue problematiche. Inoltre, per il futuro sono allo studio farmaci sia per iniettiva sottocutanea, con somministrazione una volta ogni sei mesi, che per via orale, una compressa ogni quattro settimane. Ulteriori potenzialità che completano un quadro rivoluzionario, grazie a una terapia che impatta pochissimo sulla quotidianità e garantisce efficacia a lungo termine e bassa tossicità”.
La rimborsabilità decretata nel 2022 di uno dei principali trattamenti long acting, Cabotegravir Rilpivirina, permette un primo bilancio dell’esperienza in real life. A ICAR 2023 (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research) vengono presentati i primi studi italiani in proposito, con nuove prove scientifiche a sostegno dell’efficacia e della sicurezza di CAB+RPV a lunga durata d’azione. “Ad oggi abbiamo i risultati degli studi registrativi di CAB+RPV long acting con somministrazione intramuscolare ogni 4 settimane in persone naïve al trattamento e con somministrazione intramuscolare ogni 8 settimane in persone con esperienza di trattamento, con un tasso di fallimento virologico contenuto dell’1%-5%, ma accompagnato spesso da resistenza a entrambi i farmaci – spiega la Prof.ssa Francesca Ceccherini Silberstein, copresidente ICAR – Nel complesso, attraverso gli studi presentati a ICAR vengono mostrati i risultati di efficacia e tollerabilità di più di 500 persone che hanno iniziato questo nuovo trattamento in Italia”.
“In uno studio romano viene descritta una coorte di pazienti con somministrazione domiciliare di CAB+RPV a lunga durata d’azione, con una somministrazione parenterale ogni 4 settimane, attraverso una ‘unità di assistenza domiciliare’: lo studio ha confermato l’efficacia e la tollerabilità del trattamento, sottolineando anche quanto possa essere utile una strategia domiciliare in pazienti difficili da trattare – prosegue la Prof.ssa Francesca Ceccherini Silberstein – In uno studio milanese, su più di 300 persone, la probabilità a 3 mesi di fallimento al trattamento con il regime a lunga durata d’azione era bassa (del 3,5%). In un altro studio, condotto a Brescia, un questionario anonimo offerto ai pazienti in cura presso l’Ambulatorio Malattie Infettive e Tropicali ha evidenziato che coloro che fossero a conoscenza della disponibilità di farmaci long acting sono ancora pochi (il 57,5% non ne aveva mai sentito parlare)”.
Notizie specifiche su: antiretrovirali, Hiv, farmaci, 16/06/2023 Andrea Sperelli


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