Sono circa lo 0,3 per cento di tutta la popolazione italiana (corrispondenti a circa 180.000 connazionali) le persone con diabete tipo 1. Tra queste, dal 2016 al 2018 quelle che utilizzano il microinfusore sono passate dal 12,6 al 17 per cento, come certificano i dati degli Annali AMD dell’Associazione medici diabetologi presentati a fine novembre al congresso nazionale di diabetologia di Padova. «Si tratta di un incremento significativo, che avvicina il nostro Paese alla media delle altre nazioni europee, in cui la terapia insulinica sottocutanea in continuo mediante microinfusore, conosciuta anche con la sigla CSII, riguarda una persona con diabete tipo 1 su 5», spiega Emanuele Bosi, Primario diabetologo dell’Ospedale San Raffaele e professore di Medicina Interna all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
«I vantaggi dell’impiego del microinfusore sono molteplici. Favorisce, ...
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