Per superare la barriera emato-encefalica e consentire alla chemioterapia di accedere a regioni remote del cervello si possono utilizzare gli ultrasuoni. A dimostrarlo è uno studio pubblicato su Lancet Oncology da un team della Northwestern University Feinberg School of Medicine guidato da Adam Sonabend, che spiega: «Questo può significare un enorme progresso per i pazienti con glioblastoma. La temozolomide, infatti, l'attuale chemioterapia per il glioblastoma, attraversa la barriera emato-encefalica, ma è un farmaco debole».
I pazienti hanno affrontato un intervento chirurgico per l'asportazione dei tumori e nel contempo l'impianto del dispositivo a ultrasuoni, poi hanno iniziato il trattamento chemioterapico di supporto. Ogni 3 settimane, i ricercatori hanno somministrato paclitaxel servendosi degli ultrasuoni per aprire la barriera emato-encefalica.
Per arrivare all'apertura della ...
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