Condizione patologica caratterizzata da riduzione di globuli rossi (oligocitemia) o dell'emoglobina (oligocromemia) o di ambedue. In relazione al meccanismo fisiopatologico che ne determina l'insorgenza le a. si possono così classificare: a. ipocromiche, conseguenti a carenza di ferro; a. emolitiche, dovute ad accresciuta distruzione eritrocitaria; a. ipercromiche (o megaloblastiche), in cui si ha un'insufficienza dei fattori che regolano l'eritropoiesi (vitamina B12, acido folico, ferro); a. aplastiche, indotte da lesioni midollari, e infine le cosiddette a. refrattarie, gruppo eterogeneo caratterizzato da insensibilità alle comuni terapie antianemiche. La valutazione del grado d'intensità di un'a. considera il contenuto eritrocitario di emoglobina (Hb); si hanno quindi a. lievi (Hb superiore al 60%), di secondo grado o medie (Hb fra il 60 e il 40%), di terzo grado o intense (Hb fra il 40 e il 20%); di quarto grado o estreme (Hb inferiore al 20%).
I sintomi comuni a tutte le forme di anemia derivano dalla riduzione della capacità di trasporto dell'ossigeno del sangue. La loro gravità dipende dall'entità della riduzione della concentrazione di emoglobina nel sangue. Le concentrazioni normali di emoglobina nel sangue sono comprese tra 14-16 g/100 ml per gli uomini e 12-14 g/ml per le donne. Concentrazioni inferiori a 10 g/100 ml possono provocare mal di testa, stanchezza e torpore. Concentrazioni inferiori a 8 g/100ml possono causare difficoltà nel respirare sotto sforzo, stordimento a causa della minore quantità di ossigeno che raggiunge il cervello, angina pectoris, per la riduzione dell'afflusso di ossigeno al muscolo cardiaco e palpitazione perché il cuore deve lavorare di più per compensare il deficit di ossigeno nel sangue. Tra i segni generali figura anche il pallore, sebbene esso non sia un indice attendibile della gravità dell'anemia. I sintomi dipendono inoltre dalla velocità di sviluppo dell'anemia stessa. La forma a sviluppo lento è ben tollerata fino a quando raggiunge uno stadio avanzato; lo sviluppo improvviso di anemia causa invece sintomi immediati, a seconda del grado di perdita di sangue.
L'anemia viene diagnosticata in base ai sintomi manifestati dal paziente e a un basso livello di emoglobina nel sangue. Per individuare il tipo e la causa di anemia innanzitutto si esamina al microscopio un campione di sangue, si verifica il numero dei diversi tipi di cellule presenti e se ne osserva l'aspetto. Una scarsa percentuale di reticolociti suggerisce che la causa dell'anemia sia un riduzione della produzione di globuli rossi; una percentuale elevata di reticolociti suggerisce, invece, che i globuli rossi vengono distrutti a un ritmo elevato. Le dimensioni dei globuli rossi - piccoli, normali e grandi - forniscono altri indizi. In alcune forme specifiche - per esempio, anemia falciforme, un tipo di anemia emolitica - alcuni globuli rossi rivelano una forma anomala.
Alcune cause congenite di anemia emolitica possono essere controllate eliminando la sede principale di distruzione dei globuli rossi, cioè la milza. Altre come la carenza di G6PD e il favismo, possono essere senz'altro prevenute evitando i farmaci o gli alimenti che scatenano l'emolisi. Il trattamento dell'emolisi provocata da urti meccanici a carico dei globuli rossi si basa sulla riduzione delle forze distruttive. Spesso le anemie indotte da processi immunitari o autoimmuni possono essere controllate con farmaci immunosoppressori. In casi particolari possono essere necessarie terapie più specifiche come la somministrazione di antimalarici, nell'emolisi conseguente alla malaria. Talvolta per il trattamento di emergenza di un'anemia grave, con rischio della vita dell'individuo, possono essere necessarie trasfusioni dell'intero sangue con prelievo del sangue del paziente e trasfusione contemporanea.
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