Distinguiamo un'anoressia mentale primaria, una secondaria e una tardiva. La forma tipica o primaria della malattia colpisce ragazze tra gli 11 e i 18 anni, di solito molto intelligenti e con un grande desiderio di avere successo. Spesso l'anoressia mentale inizia quando la ragazza si sottopone a uno stress eccessivo per appagare questo desiderio. C'è poi una forma secondaria che colpisce donne di età maggiore, innescata spesso da un'esperienza sessuale non soddifacente o alla quale la donna non era emotivamente preparata. Nelle donne oltre i 40 anni o più può insorgere una forma, detta anoressia tardiva, quando esse vedono diminuire la loro influenza sul marito, sui figli, specialmente sulle figlie.
L'inizio di un'anoressia mentale primaria è quasi sempre collegabile a una cura dimagrante che coincide con un desiderio profondo e inconscio di smettere di crescere. Le mestruazioni si interrompono con il comparire della malattia, la paziente insegue fanaticamente un ideale di estrema magrezza e contemporaneamente è indotta a fare esercizio fisico in modo eccessivo. Nell'anoressia primaria, la mente è occupata da pensieri relativi al cibo e a paure dell'obesità. Anche se razionalmente la ragazza sa di essere più magra delle sue amiche si sente comunque troppo grassa. Trova eccitante scoprire che le spuntano le ossa sotto la pelle. Ha molto freddo, mani e piedi chiazzati di viola. Ha paura per il futuro e per quello che ci si aspetta da lei, ma non riesce a spiegare le sue paure, tanto meno ai suoi genitori. Per l'anoressia secondaria è più probabile che l'obiettivo di perdere peso sia perseguito mangiando, a volta a dismisura, e quindi vomitando immediatamente. Di solito non fanno molto esercizio e spesso lamentano di sentirsi stanche. Nell'anoressia secondaria, l'ossessione della forma fisica è ugualmente predominante. Più di ogni altra cosa, la donna teme il rigonfiamento della gravidanza. In alternativa le pazienti possono prendere dosi sempre maggiori di lassativi. Le vittime dell'anoressia tardiva fanno spesso lo sciopero della fame per attirare l'attenzione su di sé e riguadagnare l'affetto dei familiari.
La diagnosi di anoressia è su base clinica per quanto riguarda il comportamento della paziente nei confronti del cibo e il forte calo ponderale. Il laboratorio può essere utile per evidenziare deficit proteici, vitaminici e di oligoelementi e per la diagnosi di disturbi correlati (anemia, deficit ormonali).
La prima cosa da fare, comunque, è riportare il peso al suo giusto livello; a questo scopo, può essere necessario un ricovero in ospedale. In tutte le forme di anoressia può essere utile anche parlare con uno psicologo. Bisogna indagare sui rapporti della paziente con i familiari e con gli altri, sui suoi sentimenti più profondi e sulle sue paure. Man mano che il suo peso aumenta gradualmente essa diventerà più sensibile e più matura. Una cosa da non dimenticare mai è che l'anoressia mentale non è un capriccio, ma una malattia estremamente grave, che può portare a morte la paziente. Rimproveri, minacce, punizioni non hanno alcun effetto, se non quello di spingere la paziente a indurre il vomito, dopo essersi costretta a inghiottire qualche boccone per accontentare i parenti.
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