In medicina, incapacità di compiere l'atto sessuale (impotentia coeundi) o di generare (impotentia generandi). Nell'uso il termine si riferisce esclusivamente all'uomo. La prima forma d'i. può essere dovuta ad anomalia dei genitali, ad alterazioni endocrine, a malattie generali (diabete mellito, alcolismo, malattie debilitanti), a traumi nervosi nella regione perineale (i. sintomatica); a paralisi dei nervi motori (i. atonica); a lesioni del sistema nervoso centrale, in particolare del midollo spinale (i. paretica); a fattori di ordine psicologico. La terapia consiste nel rimuovere le cause locali e generali e nel somministrare preparati ormonici. La seconda forma d'i. può trarre le sue origini da: difetto quantitativo o qualitativo degli spermatozoi, da ostruzione delle vie genitali per pregresse infezioni o interventi chirurgici; alterata deposizione dell'eiaculato in vagina, per anomalie del pene, eiaculazione precoce, ecc.
Mancanza di erezione e di stimolo sessuale.
La diagnosi si formula con l'esame dell'eiaculato, con la biopsia dei testicoli, con l'esplorazione rettale. La terapia dovrà tener conto soprattutto delle cause. Tra i meccanismi causali di questo disturbo, frequentemente entrano in gioco fattori di ordine psicologico. Esistono diverse forme d'i.: forme primarie, quando l'uomo non ha mai raggiunto una soddisfacente erezione durante il rapporto, e secondarie, che si sviluppano dopo un periodo di rapporti sessuali più o meno senza problemi. In alcuni casi l'i. può presentarsi in soggetti con personalità gravemente disturbata. In numerose forme di nevrosi, i conflitti profondi, presenti più o meno consciamente, generano ansia verso la sessualità , attraverso meccanismi psicodinamici differenti: come conseguenza di un'educazione repressiva e rigida, nella quale al sesso sia stata attribuita una valenza di immoralità ; per la sopravvivenza di sensi di colpa, dovuti a desideri incestuosi infantili, cui consegue un senso di castrazione di fronte al rapporto eterosessuale; per l'emergere di pulsioni omosessuali latenti o di veri e propri istinti aggressivi nei confronti della donna. In altri casi, si tratta di inibizioni meno profonde, legate, p. es., al senso di colpa derivante da un giudizio di carattere etico, ovvero a un timore di inadeguatezza, ecc. Le forme secondarie sono spesso riferibili a situazioni contingenti, come disaffezione verso la partner, o inaccettabilità morale di una relazione (come nel caso di forme di i. che affliggono rapporti extramatrimoniali di soggetti che non hanno alcun problema nei rapporti con la moglie).
Il trattamento delle i. psicogene si avvale sempre di un supporto di tipo psicologico o psicoterapeutico, volto a rassicurare chi ne è affetto o a sviscerarne i più profondi meccanismi causali; talvolta risulta anche estremamente utile una sensibilizzazione della partner, in forme di terapia di coppia. In alcuni casi si ricorre anche alla somministrazione di ansiolitici. Nel 1998 è stato commercializzato, per curare l'i. maschile, un farmaco che stimola il GMP-ciclico, sostanza prodotta per impulso nervoso dal cervello che consente l'erezione. Nelle prove cliniche, tuttavia, si sono verificati effetti collaterali, quali cefalee, problemi di vista e collasso, per chi fa uso di antipertensivi ed è sotto trattamento con nitroglicerina.
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