Sessanta minuti. È sufficiente attendere appena un’ora, dal momento dell’infusione delle CAR-T, per capire se il paziente rischia di sviluppare neurotossicità nei giorni successivi.
E il merito di questa novità va attribuito a strutture biologiche grandi appena 100 nanometri: le vescicole extracellulari. È quanto emerge da uno studio scientifico dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Investigation.
I ricercatori della Piattaforma IBT (Immunobiologia dei trapianti e delle terapie cellulari) hanno infatti scoperto un metodo per prevedere con diversi giorni d’anticipo la probabile insorgenza dell’ICANS (sindrome da neurotossicità associata a terapia con cellule immunoeffettrici), effetto collaterale che interessa circa un terzo dei pazienti oncoematologici trattati con CAR-T e che si manifesta a 5-7 giorni di distanza dall’infusione ...
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