Il precondizionamento ischemico remoto riesce a ridurre i rischi di danni renali dopo la chirurgia cardiaca nei pazienti ad alto rischio. Lo afferma uno studio pubblicato su Jama da un team dell'Ospedale Universitario di Munster, in Germania.
Alexander Zarbock, coordinatore della ricerca, spiega: “il precondizionamento ischemico remoto serve a proteggere gli organi contro il danno tissutale che può verificarsi quando il normale flusso di sangue viene ripristinato in un tessuto temporaneamente privato di ossigeno”
Prima dell'intervento i chirurghi posizionano un manicotto dell'apparecchio per misurare la pressione al fine di bloccare la circolazione nel braccio del paziente, gonfiando e sgonfiando il manicotto prima di procedere con l'operazione.
“Il metodo è in grado di ridurre l'attivazione delle piastrine che si verifica durante la procedura chirurgica, con un effetto protettivo ...
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