La densità delle connessioni cerebrali può fornire importanti informazioni sulla prognosi del glioblastoma, diventando così un nuovo indice diagnostico non invasivo. La scoperta è frutto di una collaborazione tra le Università di Padova, Berlino e Bordeaux e l’Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova, coordinata da Maurizio Corbetta, professore di Neurologia, direttore della Clinica neurologica dell’Azienda ospedale università di Padova e principal investigator dell’Istituto veneto di medicina molecolare (Vimm). Lo studio è stato pubblicato su Jama Neurology.
Il glioblastoma è il più comune tumore cerebrale maligno, per cui non esistono ancora terapie efficaci. Finora la maggior parte degli sforzi su questa malattia si sono concertati sulle caratteristiche del tumore stesso (le sue mutazioni, le sue interazioni col sistema immunitario, la risposta alla terapia). In questa ricerca invece ...
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