Sembra la premessa per l’ennesimo film basato sugli zombie, ma in realtà è sempre stato così. Un team dell’Università dell’Illinois ha pubblicato su Scientific Reports uno studio che svela l’esistenza di geni “zombie” in grado di attivarsi ore dopo la morte del soggetto. Perché? Per aiutare le cellule gliali a ripulire i danni al sistema nervoso.
I risultati rivoluzionano le nostre conoscenze sui tessuti cerebrali e potrebbero aiutare i ricercatori a sviluppare nuove terapie contro disturbi neurologici gravi come l’autismo, la schizofrenia o l’Alzheimer.
“In genere questi studi partono dal presupposto che nel cervello si fermi tutto quando il cuore cessa di battere, ma non è così”, spiega il neurologo Jeffrey Loeb. “I nostri risultati serviranno a interpretare le ricerche sui tessuti cerebrali umani, semplicemente perché finora non avevamo quantificato i cambiamenti che avvengono dopo ...
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