L’abitudine a somministrare un antibiotico a un paziente ricoverato a causa di un’infezione respiratoria acuta di origine virale è piuttosto diffusa. E ha un razionale: quello di ridurre i rischi per la salute in caso di una ulteriore co-infezione di natura batterica, ipotesi non da escludere in un contesto nosocomiale.
Ma in un’epoca caratterizzata da un’emergenza crescente, quella della resistenza sviluppata da molti microrganismi nei confronti di questi farmaci, è giusto anche chiedersi quanto questo approccio difensivista risulti efficace. E, dunque, necessario.
Oltre che per compiere scelte sempre più basate sull’evidenza, saperlo è importante per limitare eventualmente una delle modalità di utilizzo degli antibiotici. E contribuire – complice anche lo scarso impulso della ricerca in questo ambito – a non amplificare un’emergenza che nel 2050 rischia di mietere più vittime dei ...
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