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27/09/2024 12:35:00 Consentono di prevedere la velocità di progressione della malattia

Alzheimer, fondamentali i marcatori di resilienza
Sono circa 600 mila le persone con malattia di Alzheimer in Italia e molti, insieme alle loro famiglie vivono appesi alla speranza di una cura. Gli anticorpi monoclonali che ripuliscono il cervello dall’amiloide (la proteina che soffoca i neuroni) e che rallentano la progressione dell’Alzheimer, se somministrati nelle fasi precoci di malattia possono produrre una riduzione importante della progressione di malattia. Per ora tuttavia non sono approvati in Europa, anche se sono già disponibili in ... (Continua)

26/09/2024 17:10:00 Studio analizza l’impatto a lungo termine dell’infezione

Il Covid in forma grave invecchia di 20 anni il cervello
I pazienti che hanno sofferto di una forma grave di Covid mostrano un invecchiamento evidente del cervello. A mostrarlo è uno studio pubblicato su Nature da un team dell'Università di Liverpool, del King's College di Londra e di altri centri.
L’analisi ha mostrato che, a 12-18 mesi dal ricovero i pazienti mostrano ancora i segni della perdita della funzione cognitiva.
Dalla risonanza magnetica emerge una riduzione del volume cerebrale in alcune aree chiave. Inoltre, gli esperti hanno ... (Continua)

03/09/2024 11:00:00 Riduce l’accumulo di disabilità nella malattia

Sclerosi multipla, efficace tolebrutinib
I risultati positivi dello studio di fase 3 HERCULES hanno dimostrato che tolebrutinib, inibitore orale della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) capace di penetrare all’interno del sistema nervoso centrale sviluppato da Sanofi, ha raggiunto l'endpoint primario di miglioramento rispetto al placebo nel ritardare il tempo alla progressione confermata della disabilità (CDP) nelle persone con nrSPMS. Nello studio HERCULES, la SM non recidivante è stata definita al basale come avente una diagnosi di ... (Continua)

26/08/2024 09:47:27 La salute dell’uomo ne beneficia con il passare del tempo

Il matrimonio fa bene all’uomo
Sposarsi conviene, soprattutto agli uomini. Secondo una nuova ricerca dell’Università di Toronto, esiste un’associazione tra matrimonio e invecchiamento ideale fra gli uomini, mentre fra le donne non è emersa alcuna correlazione di questo tipo.
Il campione è formato da oltre 7.000 canadesi di mezza età e anziani seguiti per circa 3 anni. Gli uomini sposati o che si sono sposati durante il periodo di studio mostravano il doppio delle probabilità di invecchiare in maniera ottimale rispetto ai ... (Continua)

16/07/2024 10:30:00 Guida sulla connessione fra salute orale e neurologica

Denti e cervello hanno una relazione
La salute orale e quella del cervello sono più legate di quanto si possa pensare. A spiegare questa inaspettata e meno conosciuta connessione, in occasione del World Brain Day, sono Straumann Group – leader globale in implantologia e nelle soluzioni ortodontiche che ripristinano il sorriso e la fiducia – e il dottor Michele Antonio Lopez, medico chirurgo specialista in odontostomatologia e professore presso la scuola di specializzazione in chirurgia orale dell’Università Cattolica del Sacro ... (Continua)

04/07/2024 11:42:00 Calo delle funzioni cognitive e disturbi della memoria più frequenti

L’infiammazione cronica favorisce l’Alzheimer
Uno stato infiammatorio cronico predispone all’insorgenza della malattia di Alzheimer. A dirlo è uno studio pubblicato su Neurology, che sottolinea come soffrire di infiammazione cronica tra i 20 e i 30 anni esponga a un rischio maggiore di sviluppare un calo delle funzioni cognitive e di soffrire di disturbi della memoria nella mezza età.
La ricerca è firmata da scienziati dell’Università della California guidati da Kristine Yaffe. I dati sono stati ricavati dal database dello studio CARDIA ... (Continua)

09/05/2024 17:47:00 Risultati migliori nei test mnemonici negli over 60

Gli effetti degli integratori su memoria e declino cognitivo
Uno studio di ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston mostra gli effetti degli integratori multivitaminici per il contrasto del declino cognitivo e della perdita di memoria.
Nel COcoa Supplement and Multivitamin Outcomes Study (COSMOS), i ricercatori del Brigham and Women's Hospital hanno condotto due studi clinici separati (COSMOS-Web e COSMOS-Mind), per testare l'integrazione multivitaminica sui cambiamenti nella funzione cognitiva.
Pubblicato su The American Journal of ... (Continua)

02/05/2024 11:25:00 Il collegamento fra menopausa, rischio vascolare e declino cognitivo

Menopausa come fattore di rischio per il declino cognitivo
Uno studio pubblicato da ricercatori del Canadian Longitudinal Study on Aging guidati da Jennifer Rabin ha analizzato l’interazione fra menopausa, rischio vascolare ed evoluzione cognitiva.
La ricerca, pubblicata su Neurology, ha evidenziato il nesso fra menopausa precoce e rischio vascolare, e come questo aumenti il rischio di declino cognitivo.
Lo studio di Rabin ha analizzato i dati di 8.360 donne dopo la menopausa e un gruppo di controllo formato da uomini. Attraverso un modello ... (Continua)

17/04/2024 09:21:44 I benefici per il cervello garantiti dal regime alimentare

La Dieta Mediterranea per la salute cognitiva
Popolare in tutto il mondo per le sue proprietà salutari - soprattutto nel campo della gestione del peso, del diabete di tipo 2 e delle malattie cardiovascolari – per la sua semplicità, e il suo equilibrio, che nasce da una combinazione di alimenti naturali, di origine vegetale e piacevoli al gusto, la Dieta Mediterranea continua ad essere di grande interesse per nutrizionisti e professionisti della salute, i cui studi ne evidenziano sempre nuove potenzialità nei più diversi ambiti.
Così, ... (Continua)

04/04/2024 17:10:00 Il rischio sale nelle donne colpite dalla malattia

Sindrome dell’ovaio policistico e declino cognitivo
Uno studio realizzato da ricercatori dell’Università della California di San Francisco mostra che le donne colpite da sindrome dell’ovaio policistico rischiano maggiormente il declino cognitivo precoce.
Heather Huddleston, specialista in Endocrinologia Riproduttiva, ha guidato uno studio longitudinale durato per ben 30 anni. In questo periodo, sono state seguite 907 donne, di cui 66 affette da sindrome dell’ovaio policistico. All’inizio della ricerca, avevano tutte tra i 18 e i 30 anni. Alla ... (Continua)

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