La chirurgia plastica può aver un valore positivo non solo dal punto di vista estetico, ma anche sulla psiche dell'individuo. Lo afferma uno studio italiano pubblicato su Plastic and Reconstructive Surgey Journal, secondo cui l'intervento per correggere la diastasi dei muscoli retti addominali è collegato a una riduzione dell'assunzione di psicofarmaci utilizzati per il trattamento di ansia, depressione e insonnia.
Nella diastasi addominale i muscoli retti dell'addome si separano, creando una zona di debolezza che provoca un'alterazione del profilo della parete addominale. In Italia riguarda circa il 30% delle donne dopo il parto, con oltre 100mila casi ogni anno.
Si tratta di un problema che riguarda non solo il lato estetico, ma che può causare anche incontinenza urinaria, lombalgia e alterazione della normale funzione gastrointestinale.
Dopo l'intervento di chirurgia plastica, molti studi hanno accertato miglioramenti nell'autostima e nella salute mentale, ma pochi si sono concentrati sulle implicazioni farmacologiche di queste procedure. "Il nuovo studio offre un contributo innovativo alla letteratura esistente sui benefici psicologici della chirurgia estetica", ha osservato il coordinatore Damiano Tambasco, responsabile dell'Unità Operativa Chirurgia Plastica dell'Ospedale San Carlo di Nancy di Roma.
Lo studio ha coinvolto adulti fra i 18 e i 65 anni con diagnosi di depressione o disturbi d'ansia, sottoposti a lipoaddominoplastica e correzione della diastasi dei retti combinata con la liposuzione per migliorare il rimodellamento addominale. Al termine dello studio il numero di pazienti che assumevano gli psicofarmaci a base di benzodiazepine era diminuito del 17%.
Fra questi il 61% ha ridotto il dosaggio di oltre 5 gocce e il 20% ha addirittura interrotto l'assunzione del farmaco.
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