Uno screening di routine basato sulla ricerca del sangue occulto nelle feci ha l'effetto di ridurre del 14% la mortalità per cancro del colon-retto. A dirlo è uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team del Karolinska Institutet di Stoccolma diretto da Johannes Blom, che spiega: «I programmi di screening per il cancro del colon-retto (CRC) sulla popolazione sono implementati in tutto il mondo, ma ci sono difficoltà nel valutare la loro efficacia, in particolare per quanto riguarda la mortalità specifica per cancro».
I ricercatori svedesi hanno indagato la mortalità associata all'invito precoce o tardivo o assente allo screening di routine per il cancro del colon-retto basato sulla ricerca del sangue occulto nelle feci. Per farlo, si sono serviti dei dati di soggetti nati fra il 1938 e il 1954 in due regioni svedesi.
I soggetti sono stati invitati precocemente (2008-2012), tardi (2013-2015) o non sono stati invitati allo screening con test biennale per il sangue occulto fecale a base di guaiaco.
In totale, 379.448 individui sono stati invitati allo screening per il CRC, tra cui 203.670 individui nel gruppo di esposizione (quelli chiamati precocemente) e 175.778 nel gruppo di controllo. Il tasso medio di partecipazione allo screening è stato del 63,3%, e il follow-up massimo è stato di 14 anni.
Sono stati registrati 834 decessi per 2.190.589 anni-persona nel gruppo di esposizione rispetto a 889 decessi per 2.249.939 anni-persona nel gruppo di controllo, il che si traduce appunto in una riduzione del rischio del 14% per le persone chiamate precocemente a fare lo screening.
Fonte: JAMA Network Open 2024. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2024.0516
Jama Network Open
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