Non ci sono differenze statistiche evidenti nella mortalità dei pazienti ipertesi che assumono una o l'altra delle terapie farmacologiche a disposizione.
I dati sono comparabili sia con l'assunzione di diuretici tiazidici che con quella di calcio antagonisti (CCB) o di inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE inibitori).
È quanto emerge da uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team della University of Texas Health Science Center di Houston diretto da Jose-Miguel Yamal, che spiega: «Il rischio relativo a lungo termine dei trattamenti antipertensivi per quanto riguarda mortalità e morbilità non è ben chiaro. Per questo abbiamo cercato di approfondire il tema in pazienti che ricevevano un diuretico di tipo tiazidico, un calcio antagonista o un ACE inibitore con un periodo di trattamento fino a 23 anni».
I ricercatori hanno realizzato un'analisi secondaria dello studio ALLHAT, che ha seguito soggetti dai 55 anni in poi con diagnosi di ipertensione o un altro fattore di rischio di malattia coronarica per un massimo di 23 anni.
I partecipanti allo studio, randomizzati a ricevere un diuretico di tipo tiazidico (n=15.002), un CCB (n=8.898) o un ACE inibitore (n=8.904), sono stati collegati a database amministrativi per valutare mortalità e esiti di morbilità . L'endpoint primario era la mortalità dovuta a malattie cardiovascolari (CVD). Gli esiti secondari includevano la mortalità per tutte le cause, la combinazione di malattie cardiovascolari fatali e non fatali (morbilità ) e sia la mortalità che la morbilità per malattia coronarica, ictus, insufficienza cardiaca, malattia renale allo stadio terminale e cancro.
Nel complesso sono stati seguiti 32.804 partecipanti per la mortalità per ogni causa e un sottogruppo di 22.754 soggetti per CVD fatale o non fatale. I tassi di mortalità per malattie cardiovascolari per 100 persone sono stati pari a 23,7, 21,6 e 23,8 nei gruppi diuretici tiazidici, CCB e ACE inibitori, 23 anni dopo la randomizzazione.
Nella maggior parte dei casi, i rischi a lungo termine degli esiti secondari erano simili fra i tre gruppi. Si è registrato un aumento del rischio di mortalità per ictus pari al 19% e una crescita del rischio combinato di ictus ospedaliero fatale e non fatale dell'11% nel gruppo degli ACE inibitori rispetto al gruppo dei diuretici.
Fonte: JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.44998
Jama Network Open
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