Lavorare troppo da giovani comporta un aumento del rischio di depressione e cattiva salute durante la mezza età . A dirlo è un nuovo studio pubblicato su Plos One da un team della New York University guidato da Wen-Jui Han.
I ricercatori hanno esaminato gli orari di lavoro e i modelli di sonno di 7.000 americani per 30 anni, scoprendo che solo un quarto dei partecipanti lavorava con orari diurni regolari. Sono state intervistate le persone fra i 22 e i 50 anni.
I lavoratori che facevano orari notturni o turni a rotazione in età giovanile erano anche quelli che denunciavano le maggiori difficoltà a dormire e le più alte probabilità di cattiva salute e depressione intorno ai 50 anni.
"Il nostro lavoro oggi ci rende malati e poveri", ha spiegato Han. "Il lavoro dovrebbe permetterci di accumulare risorse, ma per molte persone questo non accade, rendendole al contrario più infelici nel tempo", ha continuato Han. "Spero che la ricerca possa fornire risorse per aiutare le persone ad avere una vita felice e sana quando sono fisicamente esauste ed emotivamente svuotate a causa del loro lavoro".
"Possiamo dire che le persone vogliono volontariamente lavorare a lungo, ma in realtà non si tratta di questo", ha osservato Han. "Percepiscono che la cultura del loro lavoro richiede che lavorino a lungo, altrimenti potrebbero essere penalizzati", ha precisato Han.
Dalla ricerca è emerso chiaramente che chi sacrificava il riposo per il lavoro aveva probabilità più alte di soffrire di depressione o di altri problemi di salute. "Quando il nostro lavoro diventa un fattore di stress quotidiano, queste sono le conseguenze per la salute che ci si può aspettare di vedere 30 anni dopo", ha sottolineato Han.
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